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Migranti, sbarcata a Brindisi la "nave dei bambini"

La nave della Ong Open Arms recupera migranti nel Mar Mediterraneo, 2018, AP
La nave della Ong Open Arms recupera migranti nel Mar Mediterraneo, 2018, AP Diritti d'autore Olmo Calvo/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Olmo Calvo/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Di Samuele Damilano
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Visite mediche già effettuate per i 299 migranti arrivati a bordo della Ong Open Arms. Tra di loro 84 minori

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Sono 299 i migranti sbarcati il 9 luglio a Brindisi, tratti in salvo dalla Ong Open Arms nel corso di sei diverse operazioni nel Mediterraneo centrale. A bordo c'erano 23 donne, tre incinte, e 84 minori, cinque non accompagnati, per i quali sono già state individuate strutture nel Sud Italia.

"Una bimba che che viene dal Camerun e viaggia con i genitori, un bimbo di cinque anni che viaggia con la mamma e viene dal Benin, due fratelli della Costa d’Avorio a bordo con la mamma", riporta l'organizzazione in un post su Facebook. 

"Poi c’è M. che ha 12 anni, è vestito di azzurro ed è da solo. Ha perso sua sorella a Tunisi in un campo di ulivi. La polizia li inseguiva e si sono dovuti separare. Non sa dove si trovi ora".

"Non direi che ci sono situazioni critiche. Le condizioni generali sono buone. Ci sono tre donne in stato di gravidanza". È quanto ha comunicato il prefetto di Brindisi, Michela La Iacona, giunta nel porto di Brindisi dove è arrivata la nave di Open Arms.

Effettuate le visite mediche, non ravvisate situazioni di emergenza, sono stati accolti nel magazzino ex Montedison.  

La situazione Lampedusa

Poche ore prima dello sbarco di Open Arms a Brindisi, nell'isola di Lampedusa erano arrivati 230 migranti, dopo che le sei barche sulle quali viaggiavano erano state soccorse dalla Guardia Costiera nella notte tra il 7 e l'8 luglio

In totale, in 24 ore, nell'isola sono sbarcate 750 persone. L'hotspot di Contrada Imbriacola contava il 9 luglio 1.557 ospiti. La capienza prevista è di 389 persone, secondo la convenzione tra prefettura ed ente gestore, anche se lo scorso aprile è arrivata ad ospitarne fino a 2.700. 

“Dobbiamo lavorare perchè Lampedusa diventi meccanismo di un sistema più ampio, sollevando l’isola da fasi come questa (...). Lampedusa meriterebbe molto altro, meriterebbe almeno il premio Nobel per la pace”, aveva affermato dopo una visita nel medesimo periodo il ministro dell'interno Matteo Piantedosi. 

Le condizioni di soggiorno, dai critici chiamato detenzione, dei migranti all'interno dell'hotspot di Contrada Imbriacola sono d'altronde difficili: "Rispetto al profilo sanitario, la presa in carico dei bisogni sanitari delle persone trattenute in hotspot, è apparsa estremamente inadeguata e insufficiente", si legge in un report sulla visita all'hotspot di Lampedusa condotto da Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione). 

Sbarchi triplicati rispetto a due anni fa

Tra il 1 gennaio e il 7 luglio 2023, secondo i dati ufficiali pubblicati dal cruscotto del ministero dell'Interno, ci sono stati 69.137 sbarchi, più del triplo rispetto ai 22.709 del 2021 nello stesso periodo. 

L'immigrazione, come promesso in campagna elettorale, è stata al centro dell'agenda del governo guidato da Giorgia Meloni. 

A fine dicembre sono state imposte limitazioni alle Ong in un decreto legge soprannominato dai critici, per l'appunto, "anti ong", che, tra le varie misure, imponeva alle navi delle organizzazioni umanitarie di chiedere un porto sicuro dopo il primo soccorso operato in mare. 

Il 9 marzo, all'indomani della tragedia di Cutro, dove sono morti 94 migranti per una mancata coordinazione tra le autorità, è stato approvato un decreto-legge che per adottare misure di "prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare", attraverso l'introduzione di un nuovo reato: lo scafista o il trafficante, “quando il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da 20 a 30 anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone", si legge all'articolo 12 bis del decreto

Nel centro Mediterraneo, secondo l'organizzazione internazionale dell'immigrazione delle Nazioni Unite, 1728 persone sono morte quest'anno, di cui 1.700 a causa del naufragio dell'imbarcazione su cui viaggiavano.

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