Diga di Nova Kakhovka: rischio sanitario, dramma ambientale e mine antiuomo

La diga parzialmente distrutta
La diga parzialmente distrutta Diritti d'autore MTI
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Di Gioia SalvatoriEuronews
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Mentre Russia e Ucraina continuano a rimpallarsi responsabilità, i livelli d'acqua salgono e travolgono tutto; in migliaia senza acqua potabile o elettricità

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L'acqua continua a crescere e a trasportare via con sé tutto: mine antiuomo che si ritroveranno chissà dove, un'enorme chiazza di petrolio considerata una bomba ecologica, raccolti, case e baracche. Il giorno dopo il cedimento della diga di Nova Kakhovka in Ucraina continuano le evacuazioni, nell'assurdità del reale i nemici si ritrovano uniti nel disastro ambientale: i russi, inondati sulla riva sinistra del Dniepr, gli ucraini, inondati sulla riva destra dello stesso fiume. Una trentina i villaggi a rischio, mancano acqua potabile, elettricità, gli evacuati su entrambe le sponde sono circa 3000. Molti non vogliono lasciare le loro case ma i livelli d'acqua continuano a crescere. L'onda è macchiata di petrolio: arriverà nel Mar Nero e potrebbe arrivare pure nell'Egeo, secondo alcuni esperti. Non a casa oggi il presidente russo Putin ha sentito al telefono l'omologo turco Recep Erdogan. "Un'azione sconsiderata degli ucraini", così ha definito l'attacco della diga.

Monta l'ipotesi dell'implosione

Resta un mistero chi, perché e come l'abbia attaccata ma sale l'ipotesi del cedimento strutturale. Prima il NYT pubblica un articolo citando fonti ucraine ed esperti scrivendo che un attacco d'artiglieria non avrebbe potuto fare tanto, poi il premier britannico Sunak dice che non ci sono prove, al momento, che siano stati i russi ad attaccare la diga. 

Scambio di accuse tra Mosca e Kiev alle Nazioni Unite

Scambio di accuse tra Mosca e Kiev davanti alle Nazioni Unite sulla diga parzialmente distrutta, che mette in ginocchio l'Ucraina. Quarantamila sono in fuga dall'acqua, nei dintorni di Kakhovka, mentre va in scena il rimpallo di responsabilità. Una catastrofe, un orribile esempio del prezzo della guerra pagato dalla gente, un attacco alle infrastrutture civili che deve essere bloccato. "Un'altra devastante conseguenza dell'invasione russa", l'ha definitita il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, nel suo discorso, spiegando di non avere accesso a informazioni indipendenti sulle circostanze dell'accaduto. Diverse le versioni dei due Paesi.

Vasily Nebenzya, ambasciatore russo alle Nazioni Unite, ha affermato senza mezzi termini: "La notte del 6 giugno il regime di Kiev ha commesso un crimine impensabile. Ha fatto esplodere la diga della centrale idroelettrica, provocando la fuoriuscita incontrollata di acqua a valle sul fiume Dnieper".

Sergiy Kyslytsya, ambasciatore dell'Ucraina alle Nazioni Unite, ha replicato, sottolineando che "la diga è nelle mani dei russi, l'intero impianto di Kakhovka Hbp lo è da più di un anno. È tecnicamente impossibile farla saltare in qualche modo dall'esterno, con un bombardamento. L'hanno fatto esplodere i russi che occupano il territorio".

Ancora Nebenzya: "I leader delle forze armate ucraine avevano dichiarato di essere pronti a far saltare questa diga già l'anno scorso, per ottenere un vantaggio militare". E Kyslytsya: "Questo è un atto terroristico contro le infrastrutture critiche ucraine che mira a causare il maggior numero di vittime civili e la maggior distruzione possibile".

Russi e ucraini sono stati d'accordo solo su un punto: che si sia trattato di un "disastro ecologico" e di un "atto terroristico". Il torrente della diga è uno dei più grandi al mondo.

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