Aumentano le microplastiche negli oceani: concentrazioni fino a 18 volte superiori al 2017

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Di Michela Morsa
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L'iniziativa scientifico-sportiva The Ocean Race sta permettendo di raccogliere campioni d'acqua in tutti gli oceani del mondo, per poi analizzare la concentrazione di microplastiche

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Una nuova ricerca indica che negli ultimi anni c'è stato un aumento significativo della concentrazione di microplastiche negli oceani del mondo. I dati provengono dal progetto The Ocean Race che, approfittando della competizione velistica, campiona le acque marine di tutto il pianeta. 

Secondo i risultati preliminari delle tappe iniziali del progetto, in cui sono stati raccolti 40 campioni, i livelli di inquinamento delle acqua sono fino a 18 volte superiori rispetto alla precedente edizione dell'evento, eseguito tra il 2017 e il 2018

"I risultati che abbiamo analizzato finora provengono dalle tappe due e tre, che attraversano l'Oceano Atlantico meridionale e l'Oceano del Sud, e ciò che stiamo vedendo in quelle aree sono concentrazioni di microplastica che vanno da circa 100 a circa 2000 particelle per metro cubo d'acqua", ha spiegato Victoria Fulfer, dottoranda dell'Università di Rhode Island. 

Il progetto ha rilevato livelli preoccupanti di tossine di plastica in tutte le località. Le concentrazioni più elevate sono state trovate al largo di aree costiere fortemente popolate. Ma sono state rilevate anche a Point Nemo, considerata l'area marina più remota al mondo, a quasi 3mila chilometri dalla terraferma.

The Ocean Race

L'iniziativa scientifico-sportiva di The Ocean Race fa parte del programma di sostenibilità Racing with purpose, creato con 11th Hour racing. L'obiettivo del progetto è quello di aiutare a valutare gli effetti del cambiamento climatico sugli oceani e a comprendere meglio l'impatto dell'inquinamento da microplastica delle acque. 

Tutte le squadre che partecipano alla competizione velistica sono coinvolte nel progetto imbarcando una specifica gamma di attrezzature che raccolgono dati sull'impatto delle attività umane sull'oceano.

Per tutta la durata della gara di 60mila chilometri, le microplastiche vengono raccolte utilizzando uno speciale sistema di filtraggio progettato per raccogliere le particelle di plastica. Sono dotate dell'unità di campionamento solo due squadre, che alla fine di ogni tappa forniscono i campioni al National oceanography centre (Noc) nel Regno Unito per l'analisi, con il supporto dell'Università di Rhode Island.

L'edizione della gara di quest'anno è iniziata il 15 gennaio 2023 ad Alicante, in Spagna e si concluderà a Genova a giugno.

I risultati preliminari

Più della metà dei campioni analizzati finora ha più di 500 particelle microplastiche per metro cubo che sono più grandi di 0,1 mm, concentrazioni che risultano ancora più alte quando si studiano particelle ancora più piccole.

I livelli di concentrazione di microplastiche sono risultati più alti vicino alle aree urbane, come intorno a Cabo Verde e al Sud Africa, e nelle aree note "garbage patch" dove la circolazione oceanica porta le particelle ad accumularsi. 

Ma la registrazione di alte quantità anche a Point Nemo, il punto più isolato della Terra, mostra quanto sia diventato pervasivo il problema e l'entità dell'inquinamento degli oceani. 

Per la prima volta, è stata esaminata anche la struttura chimica delle particelle di plastica, per capire meglio quali prodotti di plastica stanno maggiormente entrando nell'oceano e decomponendosi in microplastiche. La sostanza chimica più abbondante trovata finora è il polietilene, che viene utilizzato in molti prodotti, tra cui imballaggi monouso, sacchetti di plastica e contenitori, comprese le bottiglie.

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