Aperta una inchiesta penale per risalire alla fonte che ha fatto trapelare informazioni e atti classificati
I servizi di sicurezza sono pronti a rivoltare gli Stati Uniti come un calzino "fino a quando non sarà identificata la fonte" che ha fatto trapelare documenti classificati del Pentagono. Lo riferisce il segretario alla Difesa, Lloy Austin, a proposito di almeno due fughe di notizie, forse non le uniche, perché potrebbero esserci altri documenti svelati in precedenza. Senza parlare del caso WikiLeaks, nel 2013.
L'ultima tempesta investe i piani per l'Ucraina e altri delicati dossier: la Cina, l'Indo-Pacifico, il Medio Oriente (in particolare Israele e i capi del Mossad) e il terrorismo. Alcune informazioni circolate innanzitutto su una piattaforma di socia-media sono state bollate come "falsificate" dai diretti interessati, ma evidentemente non è bastato a placare le polemiche.
"Ho convocato i leader dei dipartimenti per rispondere e ho guidato un urgente sforzo comune, denunciando la questione al dipartimento di Giustizia, che ha aperto un'indagine penale", spiega Austin, che mantiene stretto riserbo anche su questi contenuti. "Non posso dire di più finché l'inchiesta è in corso", aggiunge, rimarcando l'intenzione di fare sul serio oltre alla volontà di continuare a lavorare con "straordinari alleati e partner", ma garantendo la sicurezza in America.