Kiev, il governo sfratta i monaci ortodossi

I monaci ortodossi del monastero Pechersk Lavra di Kiev, risalente all'Undicesimo secolo, sono stati sfrattati dal governo ucraino, poiché sospettati di intettenere relazioni con la Russia. L'antico complesso religioso dalle cupole dorate rappresenta il monastero ortodosso più importante del Paese. I monaci che lo abitano, fino a poco tempo fa erano sottoposti alla giurisdizione di Mosca.
I monaci negano di aver mantenuto legami con la Russia
Tuttavia, i religiosi affermano di aver interrotto le relazioni con la Chiesa ortodossa russa da quando il suo leader, il patriarca Kirill, aveva affermato di sostenere l'invasione militare voluta da Vladimir Putin. Il governo di Kiev, però, è rimasto diffidente.
"Da secoli - ha spiegato uno dei monaci - apparteniamo a questa chiesa, che ha la sua storia e il suo patriarca. Ora vogliono farci pasare per una sorta di agenti stranieri o per dei nemici. Ma non è vero, non è così. Questo è il nostro popolo, la nostra terra e il nostro monastero".
Il responsabile del monastero dichiara di non voler andare via
Nonostante numerose auto siano state viste uscire dal luogo di culto, il suo responsabile Pavlo Lebid è rimasto, assicurando di non avere alcuna intenzione di andare via, benché il contratto di locazione sia stato annullato.
L'Ucraina ha recentemente istituito una propria Chiesa ortodossa, che il Patriarcato di Mosca non riconosce.