Si tratta dell'area di mare situata oltre le 200 miglia dalla costa e occupa circa due terzi dell'oceano, ovvero la metà del pianeta.
Dopo anni di trattative, gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno raggiunto un accordo sulla protezione dell'Alto mare, tesoro fragile e vitale che copre quasi la metà del pianeta.
Si tratta dell'area di mare al di là della Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale, oltre le 200 miglia dalla costa, e occupa circa due terzi dell'oceano, ovvero metà del pianeta. Queste zone ospitano una impressionante varietà di specie marine e svolgono un ruolo essenziale nel sostenere la biodiversità dell'ecosistema marino, ma negli ultimi decenni sono diventate sempre più vulnerabili. Alcuni degli ecosistemi più importanti del pianeta sono a rischio, con conseguente perdita di biodiversità e habitat. Secondo le stime, tra il 10% e il 15% delle specie marine è già a rischio estinzione.
In queste zone tutti gli Stati hanno diritto di pescare, navigare e fare ricerca, ma con questo nuovo accordo tutti i membri dell'Onu si assumono la responsabilità di proteggerlo e di assicurarsi di una gestione sostenibile delle risorse.
Il trattato assicurerà "la protezione dell'oceano al di là delle giurisdizioni nazionali", ha ricordato la presidente della Comissione europea Ursula von der Leyen.
"Si tratta di un accordo storico", ha dichiarato il commissario europeo per l'ambiente Virginijus Sinkevicius su Twitter. "È un passo importante per raggiungere l'obbiettivo della COP15 sulla protezione degli oceani".
Un accordo definito come "storico" anche dalle Ong come Greenpeace.