La premier estone alla Nato: "proteggeteci o la Russia ci spazzerà via"

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Di Alberto De Filippis
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La premier Kallas chiede una forza d'intervento rapido della Nato sul proprio territorio

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Il nemico è alle porte e Kaja Kallas chiede aiuto alla Nato. Nel bel mezzo delle discussioni sulla difesa del fianco orientale del territorio europeo, la premier estone Kaia Kallas ha dichiarato alla stampa: “La Russia rappresenta un rischio mortale per il nostro Paese e la deterrenza e le disposizioni di difesa della NATO non sono sufficienti. A soli 80 giorni dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina ci fu il massacro di Bucha. Se ci attaccano possono cancellarci dalla mappa".

La Kallas su Putin: "non si negozia con i terroristi"

La dirigente ha invece chiesto l'installazione sul territorio estone di una forza di intervento rapido dell'alleanza atlantica. Mette in discussione l'efficacia dell'articolo numero 5 dello statuto Nato, che afferma come: qualsiasi attacco a un membro della NATO in Europa o Nord America "deve essere considerato un attacco contro tutti". Per la premier estone questa misura è troppo lenta.

Ma l'Estonia potrebbe correre gli stessi rischi dell'Ucraina?

Spiega Domenico Fracchiolla, sociologo delle relazioni internazionali dell'Università Luiss di Roma: “La situazione fra Ucraina ed Estonia è molto diversa perché stiamo parlando di un Paese membro della Nato. Il perimetro di sicurezza di un paese membro della NATO è diverso da quello dei paesi che si trovano al di fuori dell'area di protezione della NATO. Quindi anche un attacco contro un paese Nato verrebbe valutato diversamente dalla controparte (la Russia)”.

Nasce il sospetto che la Kallas parli con l'Unione Europea mentre si rivolge alla Nato.

Anche il professor Domenico Fracchiolla sospetta che ci debba essere una relazione tra il disimpegno militare Usa in Europa, l'attacco di Putin all'Occidente e la volontà di creare un esercito comune europeo.

“C'è un fatto nuovo che forse non è casuale. Abbiamo sperimentato una riduzione della presenza militare statunitense in Europa. Alcuni potrebbero dire, ma non io, che l'operazione di Putin sia stata accelerata dalla minore presenza militare statunitense in Europa. Ciò richiede comunque un ripensamento europeo sia nel senso di una nuova presenza militare statunitense che di un aumento della spesa militare europea e di un ammodernamento delle infrastrutture militari”.

La situazione rimane tesa. Nel frattempo, però, l'Estonia ha revocato la licenza di porto d'armi a tutti i cittadini di nazionalità russa e bielorussa presenti sul suo territorio.

Per alcuni la Kallas sembra voler forzare la mano alla Nato, ma le sue preoccupazioni sono giustificate, secondo Domenico Fracchiolla, che conclude: "Noi tendiamo a vivere nel presente e a dimenticare il passato anche recente. Ad esempio il terribile attacco che l'Estonia ha subito nel 2007. Un attacco informatico di origine russa che per pochi giorni hanno messo in ginocchio uno dei Paesi più interconnessi al mondo. Per anni abbiamo creduto che l'opzione militare sarebbe stata sostituita per sempre dalle guerre diplomatiche ed economiche. Putin ci ha dimostrato in questi anni che avevamo torto e che soprattutto noi europei dobbiamo ripensare le nostre difese, implementarle e diversificarle, sul terreno e sul web".

Nel frattempo, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg è a Helsinki su invito del primo ministro Sanna Marin. Anche la Finlandia è preoccupata per l'aggressività della Russia e sicuramente qui si sentiranno le parole di Kaja Kallas.

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