Macedonia del Nord, scontri e proteste contro la proposta francese

Manifestazioni a Skopije
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Di Debora Gandini
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Davanti al Parlamento i manifestanti nazionalisti hanno esposto un grande striscione con le foto di alcuni esponenti del governo con la scritta 'Traditori del popolo'.

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La tensione è alta davanti al Parlamento di Skopije, dove la maggioranza etnica macedone rifiuta il compromesso europeo, ovvero la cosiddetta proposta francese per il superamento dello stallo con la Bulgaria e l'avvio del negoziato europeo con la Macedonia del Nord.

Secondo i manifestanti e secondo i sostenitori dell’opposizione nazionalista la proposta accettata dal governo è contraria agli interessi del Paese, volta a distruggere la storia, l'identità e la cultura della Macedonia del Nord.

“Vogliamo mantenere la nostra identità”, dicono i manifestanti. “Siamo anche noi macedoni puri e non vogliamo più avere problemi con il governo di Sofia che ci pone il veto su ogni questione. Se Sofia vuole che i bulgari siano riconosciuti dalla nostra costituzione, noi pretendiamo lo stesso trattamento come mino-ranza nella costituzione della Bulgaria.”

Migliaia di persone hanno sfilato per le strade della capitale dove non sono mancati incidenti e scontri con la polizia. Più di 40 agenti sono rimasti feriti mentre decine di persone sono state arrestate in questi giorni.

A fomentare gli animi la visita del presidente del Consiglio europeo, **Charles Michel,**a Skopije per convincere la Macedonia del Nord ad approvare la proposta francese. I cittadini sono però stanchi di dover cambiare il loro nome, la loro cultura, la loro sto-ria, stanno protestando perché sono profondamente delusi dalla Bulgaria e dagli altri paesi dell'Unione. Per molti ormai l’Europa non è più la strada giusta da percorrere.

“La Macedonia ha aspettato 30 anni per entrare nell'Unione europea e non ha ricevuto alcun aiuto da Bruxelles. Così non può funzionare”, dice una giovane.

La proposta francese è stata al centro dei colloqui del vertice europeo dello scorso giugno. Il compromesso approvato dal parlamento bulgaro alcuni giorni dopo ha riacceso gli animi macedoni. I dubbi restano. La rabbia pure.

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