Nel piccolo centro della provincia di Toledo, in Spagna, i cittadini ospitano i rifugiati nelle loro case. Una rinascita per un borgo destinato fino all'altro ieri a scomparire
Prima dell'arrivo dell'arrivo dei venti rifugiati ucraini Villanueva de Bogas era uno dei tanti borghi delle aree spopolate della Spagna. Le cose sono cambiate quando i cittadini del comune di settecento abitanti della provincia di Toledo si sono rimboccati le maniche per ospitare chi fuggiva dal rumore delle bombe e degli allarmi antiaerei. La comunità locale ha seguito l'iniziativa di Oksana Boyko, una donna di origini ucraine che ha provveduto a cercare un alloggio per i rifugiati ucraini che non avevano un posto dove stare.
"Non ho problemi nel ricevere messaggi da loro anche quando sono a lavoro", dice Oksana. "In quel momento non riesco a parlare con loro, ma c'è tanta gente senza un'occupazione che riesce a dare una mano", spiega Oksana.
In uno sforzo collettivo di solidarietà i residenti di Villanueva si sono occupati di trovare degli alloggi e usano delle app di traduzione per comunicare con i rifugiati. Tra questi ci sono Manuel e sua moglie, che hanno aperto la loro porta di casa a Zoriana e ai suoi bambini. "Le abbiamo mostrato sin dal primo giorno le cose più essenziali: come funziona la lavatrice, come accendere il microonde; ora può sentirsi libera di fare qualsiasi cosa in questa casa" dice Manuel, che ospita Zoriana.
"Voglio che i miei bambini siano al sicuro, che la mia famiglia resti unita, anche se non sappiamo dove continueremo a vivere", dice Zoriana, una dei venti cittadini ucraini che hanno trovato un rifugio a Villanueva.
Il sindaco di Villanueva ha spiegato che i profughi ucraini hanno fatto aumentare la popolazione locale del 3%. "I parchi sono più affollati di prima, ci sono più giovani, questo è quello che serve per rigenerare questi centri delle regioni spopolate della Spagna", dice il sindaco José Miguel Rodriguez.