La guerra delle sanzioni: successo o fallimento?

Il Presidente russo Vladimir Putin sostiene che le sanzioni europee alla Russia hanno fallito
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Il presidente russo Vladimir Putin afferma che l' economia russa ha resistito alla pressione, mentre per quella della Commissione europea Ursula von der Leyen, il default di Mosca è solo questione di tempo. Pronto un nuovo pacchetto di misure, il sesto

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Le sanzioni occidentali hanno fallito, parola di Vladimir Putin. Secondo il suo presidente, l'economia russa ha sostanzialmente resistito alle misure adottata da Stati Uniti e Unione europea in risposta all'invasione dell'Ucraina.

La versione di Mosca

Il governo di Mosca è pronto ad aiutare i suoi cittadini ad affrontare inflazione e aumento dei prezzi. Alcuni punti critici sono stati ammessi, ma nel complesso Putin sostiene che la Russia abbia respinto quello che dipinge come un assalto economico.

“Il principale fattore negativo per l'economia negli ultimi anni è stata la pressione, l'ennesima pressione delle sanzioni da parte dei Paesi occidentali. Ma la loro strategia della guerra lampo economica è fallita“, le parole di Putin, che forse non a caso ha utilizzato il termine tedesco Blitzkrieg, utilizzato per la prima volta in occasione dell'invasione della Polonia da parte di Hitler.

“La strategia della guerra lampo economica è fallita”
Vladimir Putin
Presidente Russia

Secondo Putin, le sanzioni occidentali non solo hanno fallito nel loro intento, ma si sono rivelate parecchio controproducenti per la popolazione europea e americana: “Parlo della crescita dell'inflazione e della disoccupazione, del deterioramento degli indicatori economici negli Stati Uniti e in Europa, del calo dei loro tenori di vita e della svalutazione dei loro risparmi“.

A supporto della sua teoria c'è la ripresa del rublo, tornato a guadagnare valore dopo il crollo successivo alle prime sanzioni, anche se per molti analisti si tratta di una crescita artificiale, effetto delle politiche monetarie aggressive di Ėlvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale della Federazione Russa.

L'Unione europea pronta a un nuovo pacchetto

L'Unione europea però insiste sulla strada delle ritorsioni economiche, con un nuovo pacchetto di misure in arrivo, il sesto da quando Mosca ha annunciato il riconoscimento delle autoproclamate repubbliche di Donestk e Lugansk, atto immediatamente precedente all' attacco. Tra le decisioni prese finora, il divieto di esportazione di beni di lusso e il congelamento dei beni degli oligarchi russi nell'Ue.

"Il default russo è solo questione di tempo", ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in un'intervista al settimanale Bild am Sonntag, convinta che alla fine la pressione economica sortirà gli effetti sperati.

La presidente ha anticipato i contenuti del nuovo pacchetto di sanzioni, che limiterà le importazioni di petrolio "in modo intelligente" e colpirà le attività di Sberbank. Questa banca effettua il 37% delle transazioni in Russia e finora è stata risparmiata dalle sanzioni proprio perché necessaria, insieme a GazpromBank per effettuare gli acquisti di combustibili fossili dalla Russia.

La dipendenza energetica da Mosca è infatti la spina nel fianco del blocco dei 27, che hanno concordato nelle ultime settimane crescenti ritorsioni economiche, arrivando fino all'embargo totale delle importazioni di carbone, ma non osano fare lo stesso con il petrolio e soprattutto il gas. Secondo le stime, tale misura farebbe calare immediatamente il prodotto interno lordo europeo, bloccando la ripresa successiva alla pandemia: il rischio concreto è che possa danneggiare i sanzionatori più dei sanzionati.

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