La Banca centrale russa ha più che raddoppiato il tasso d'interesse per frenare la svalutazione della moneta. Tremano le borse in tutto il mondo
È fuga dagli investimenti in Russia e sarà difficile per Mosca attutire i contraccolpi economici delle sanzioni che sono piovute sul Paese.
La banca centrale russa ha più che raddoppiato il tasso d'interesse, salito dal 9,5 al 20% per tamponare il crollo del rublo. La borsa lunedì non ha aperto.
Il crollo del rublo
In mattinata il rublo aveva perso un terzo del suo valore e si scambiava a 119 per un dollaro. Questo non ha comunque frenato la fuga dalla valuta, con gli investitori che si sono riversati su dollaro e yen. Lievita il prezzo del gas naturale mentre alcuni importatori sospendono gli acquisti dalla Russia in via preventiva. L'incertezza economica contagia le borse globali.
Nelle borse europee resta il rosso dopo la posizione del Cremlino secondo cui la Ue sta "adottando una posizione non amichevole e misure ostili contro la Russia". Pesano le società esposte in Russia, fra banche, energia ed automotive. Sul fronte valutario, euro sul dollaro in discesa. Milano a metà giornata aveva perso oltre il 3%. Parigi crolla del 3,15% e Francoforte cede il 2,55%, Madrid l'1,8%. Londra limita i danni a -1,6%. Continua la corsa del petrolio, con la quotazione del Wti (West Texas Intermediate) di aprile che sale del 4,27% a 95,5 dollari al barile. Il prezzo del gas è sotto i massimi di giornata, ma comunque in crescita del 25% a 116,49 euro.
Le sanzioni finanziarie
La banca centrale russa è isolata: con le transazioni vietate l'istituto centrale non può rifinanziare il debito. Nella giornata di lunedì si conoscerà anche la lista degli istituti di credito estromessi dal sistema Swift e con questo da gran parte delle transazioni internazionali.
In Russia si segnalano code agli sportelli. Le grandi banche russe come Sberbank e VTB hanno assicurato ai clienti che saranno in grado di accedere ai loro depositi in rubli e fare scambi in valute estere come dollari ed euro.