Viaggio a Bohoniki, al confine polacco-bielorusso: pietà per i migranti

A Bohoniki (Polonia), la sepoltura di Ahmad al Hassan, migrante siriano
A Bohoniki (Polonia), la sepoltura di Ahmad al Hassan, migrante siriano Diritti d'autore WOJTEK RADWANSKI/AFP or licensors
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Di Valerie Gauriat
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Qui la comunità musulmana ha sepolto un migrante morto di appena 19 anni; in nome di un'umanità universale i residenti di questo villaggio polacco, aiutano tanto i migranti quanto i militari costretti a fargli schermo

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Quello di Bohoniki è un piccolo villaggio tataro nella Polonia orientale, a un passo da Kuznica-Bruzgi  assurto agli onori della cronaca per essere il palcoscenico del dramma dei migranti mediorientali inviati da Minsk verso il confine polacco, Unione europea. A Bohoniki, la comunità musulmana ha aiutato i migranti, consegnando cibo, vestiti, beni di prima necessità.

“Tutta la sofferenza che vediamo di queste persone, tutti questi bambini piccoli che soffrono, piangono, è semplicemente terrificante - dice il rappresentante della comunità musulmana locale Maciej Szczesnowicz - Allo stesso tempo, noi residenti di questa zona, ci sentiamo al sicuro finché i militari custodiscono i confini, perché anche loro sono esausti. Quindi cerchiamo di aiutare e da una parte e dall'altra, perché la situazione è una vergogna sia per gli immigrati che per i nostri soldati».

Per la prima volta, lunedì scorso il villaggio ha ospitato i funerali di uno dei migranti morti nel tentativo di attraversare la frontiera polacca. Cittadini siriani già residenti in Polonia si sono recati a Bohoniki per partecipare alle esequie, un viaggio che non avrebbero mai voluto fare.

“Quello che sta accadendo in questo momento è letteralmente una tragedia - dice Idal Hassan - È possibile parlare tra Paesi, devono in qualche modo trovare un accordo! Che si decida di respingerli o di accoglierli, ma fargli fare avanti e indietro è impossibile, è impossibile lasciarli così alla frontiera! Cosa accadrà dopo? Questo è un massacro".

Si sospettano 10 vittime tra i migranti

Ahmad al Hassan,  è stato trovato un mese fa in un fiume vicino al confine con la Bielorussia. Aveva 19 anni. E' una delle almeno dieci persone dichiarate morte dall'inizio della crisi al confine tra Polonia e Bielorussia; eppure non c'è pietà da parte delle forze dell'ordine polacche che ancora nelle ultime ore, col freddo che gela, hanno usato gli idranti contro i migranti. Gli abitanti del villaggio che hanno sepolto Ahmad temono che altri come lui facciano la stessa fine: interrati nel cimitero del paese.

Molti di coloro che vivono verso il confine con la Bielorussia nella Polonia orientale non vogliono che i migranti entrino nel loro Paese. Ma per molti altri, come a Bohoniki, la compassione e l'umanità verso coloro che sono pronti a rischiare la propria vita per una migliore, devono venire prima del calcolo politico.

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