La cultura irrompe nell'olimpo di economia e finanza. "Sia strumento di ripresa e rilancio dopo la pandemia - l'auspicio unanime del G20 della cultura - è un motore per il rilancio e per una crescita sostenibile ed equilibrata". Ai governi l'appello a valorizzarne l'apporto strategico a livello nazi
"La cultura fondamentale nella ripresa dopo la pandemia"
Per la ripresa, contro il Coronavirus. È il ruolo di cui viene investita la cultura nell'era della post-pandemia, iscritto nella dichiarazione finale del G20 della cultura, appena concluso a Roma. Una centralità, peraltro ribadita dal carattere permanente che viene riconosciuto all'appuntamento. "Svolga un ruolo fondamentale nella ripresa globale dopo la crisi del Coronavirus", l'auspicio del documento conclusivo, perché, come sottolinea il Ministro Franceschini, "è un'opportunità di crescita in particolare per i giovani e i più vulnerabili".
Franceschini: "Storica irruzione della cultura in uno spazio tradizionalmente economico"
Padrone di casa, nella due giorni che si è aperta al Colosseo, il titolare dei Beni culturali ha parlato di spartiacque tra "un prima" e "un dopo". Storico, nella sua interpretazione, soprattutto il fatto che la cultura si ritagli uno spazio in un forum tradizionalmente economico. Anche perché, si legge nel documento finale, "è un motore per il rilancio e per una crescita sostenibile ed equilibrata". Da qui l'appello ai governi di riconoscerla come "come parte integrante delle agende politiche" e di valorizzarne l'apporto nella definizione delle "strategie nazionali e internazionali di ripresa post-pandemia".
Unanime l'approvazione dei partecipanti, che si traduce e declina in 32 punti: dichiarazione programmatica e road map, per un domani tutto da costruire, a partire dall'incontro che il prossimo anno si svolgerà sotto l'egida dell'Indonesia.