Tutti illesi a bordo dell'elicottero, colpito con sei proiettili. Oltre al presidente Duque, c'erano anche il ministro degli Interni e quello della Difesa. Un avvertimento in piena regola da parte dei nemici di Duque: narcotrafficanti, ex Farc e guerriglieri dell'Esercito di Liberazione Nazionale
Tutti illesi.
Sei proiettili - almeno sei - contro l'elicottero del Presidente della Colombia, Iván Duque (44 anni), in carica dall'agosto 2018.
L'elicottero presidenziale colombiano su cui viaggiavano il Presidente, i ministri della Difesa e degli Interni, Diego Molano e Daniel Palacios, il Governatore del dipartimento del Norte de Santander e alcuni membri dell'equipaggio, è stato colpito esternamente, mentre era in volo sulla regione del Catatumbo, famosa - tra l'altro - per i suoi fulmini.
È quanto mostra un video di un'ora distribuito dall'ufficio stampa della presidenza colombiana riguardante il velivolo, un Sikorsky BlackHawkUH-60L di matricola FAC, poi atterrato all'aeroporto internacional "Camilo Daza" di Cúcuta.
"Non vacilleremo per un solo minuto"
Subito dopo lo scampato pericolo, Iván Duque ha rilasciato questa intervista:
"Ribadiamo che come governo non vacilleremo per un solo minuto, per un solo giorno, nella lotta contro il narcotraffico, contro il terrorismo e contro le organizzazioni del crimine organizzato che operano nel paese".
Un messaggio ai nemici
L'attentato non è stato rivendicato, ma il Presidente Duque ha mandato un messaggio ben preciso ai suoi nemici: narcotrafficanti, ex FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia-Ejército del Pueblo) e guerrigilieri dell'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), particolarmente attivi nella regione del Catatumbo, dove si è verificato l'attacco.
Una settimana fa un'autobomba è esplosa davanti alla 30. Brigata dell'Esercito Nazionale a Cúcuta, provocando numerosi feriti.
Il momento è difficile, politicamente, per il Presidente Duque, alle prese da oltre un mese con una forte ondata di proteste popolari in tutta la Colombia.