Perché in Colombia si protesta da tre settimane

Era iniziata come una protesta contro la riforma fiscale, ritirata dal governo conservatore di Ivàn Duque Marquez. Ma il malcontento dei colombiani non si ferma. Prende ora di mira la risposta violenta delle forze di sicurezza nei confronti dei manifestanti. Il difensore civico dei diritti umani del paese ha contato 42 vittime. Tutte civili tranne uno, un ex militare.
È una distinzione che fa la differenza, in una nazione che vive le sue giornate più drammatiche dalla firma nel 2016 dell'accordo di pace con le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, dopo decenni di guerra civile.
Chi sono le vittime
Ainizio maggio Duque ha schierato l'esercito per garantire l'ordine pubblico ma la repressione è stata violenta e ha preso di mira anche manifestanti pacifici.
All'inizio di questa settimana due dimostranti che erano rimasti feriti negli scontri con la polizia sono deceduti in ospedale. Uno è Lucas Villa, 37 anni, colpito più volte durante una marcia a Pereira, in Colombia occidentale. L'altro Alejandro Zapata, vent'anni appena, è rimasto gravemente ferito dagli agenti anti-sommossa durante una manifestazione a Bogotà. Su Twitter, il presidente Duque ha espresso il suo cordoglio.
La polizia lunedì ha annunciato la sospensione di cinque agenti e l'apertura di un'indagine per altri 62. Ma in generale il presidente difende l'operato delle forze dell'ordine: "Hanno agito con assoluta obbedienza alla Costituzione - ha detto - Qualsiasi violazione dovuta alla condotta individuale sarà investigata". Il governo riferisce di 850 agenti rimasti feriti.
Condanna internazionale
Le Nazioni Unite, l'Unione Europea e l'Organizzazione degli Stati Americani, compresi gli Stati Uniti, hanno denunciato l'uso eccessivo della forza da parte degli apparati di sicurezza. A Madrid ci sono state marce di solidarietà nei confronti del popolo colombiano.
In patria, molti tra quelli scesi in strada sabato lo hanno fatto proprio per dire no alla violenza.
"L'uso eccessivo della polizia e delle forze armate in generale mi hanno colpita molto ed è inevitabile uscire allo scoperto. Per dire che siamo stanchi", commenta una donna.
"Molte persone qui vengono definite guerriglieri o paramilitari, ma non c'è niente del genere. Qui ci sono studenti e giovani che non ne possono più", aggiunge un ragazzo.
Le ragioni della protesta
Le proteste sono iniziate contro la riforma fiscale del governo conservatore, poi ritirata dall'esecutivo. Ma neppure le dimissioni del ministro delle Finanze, Alberto Carrasquilla, hanno placato il malcontento.
Sotto accusa adesso c'è la gestione del coronavirus e l'intera politica del governo conservatore. L'economia è in crisi. La popolazione si è ulteriormente impoverita. Se prima della pandemia la percentuale di indigenti era del 36%, in poco più di un anno è cresciuta fino al 43%. Circa 2,8 milioni di persone sono finite in condizione di estrema povertà e devono vivere con l'equivalente di 32 euro al mese.
Ragioni di un dissenso su cui è calata la repressione delle forze di sicurezza. In ragione delle vittime si è dimessa nei giorni scorso anche la ministra degli esteri colombiana, Claudia Blum.