La fuga di notizie sul ddl Zan: parla Maria Elisabetta Gandolfi

Maria Elisabetta Gandolfi
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Di Paolo Alberto Valenti
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"La vera notizia è la fuga di notizie cioè questa nota verbale che il Segretario per gli Stati vaticano ha consegnato all'Ambasciatore italiano presso la Santa Sede e che doveva rimanere riservata"

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Il Vaticano ha chiesto "informalmente" al governo italiano di modificare il disegno di legge contro l'omofobia perché si paventa la riduzione delle libertà garantite alla Chiesa dal concordato.

Nella nota consegnata all'ambasciata dello stato italiano presso la Santa Sede da monsignor Gallagher si evidenzia che "alcuni contenuti della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa dall'articolo 2, commi 1 e 3 dell'accordo di revisione del Concordato".

Euronews ha raggiunto Maria Elisabetta Gandolfi, Caporedattore della rivista cattolica "Il Regno" per fare chiarezza su questo dibattito sempre più infuocato.

"La preoccupazione in realtà era già stata espressa e non era una cosa nuova - sostiene Gandolfi - Quello che è emerso questa mattina, dalle informazioni è che sembra quasi che il Vaticano voglia imprimere una accelerazione; in realtà qui la vera notizia è la fuga di notizie cioè questa nota verbale che il Segretario per gli Stati vaticano ha consegnato all'Ambasciatore italiano presso la Santa Sede e che era e doveva rimanere riservata come tantissime altre comunicazioni che vengono trasmesse. Esiste uno scambio reciproco di comunicazioni e pareri proprio per cercare di evitare il conflitto, cercare di ammorbidire i toni nelle vie diplomatiche usuali per preparare una discussione che sia nel merito. E il merito qual è? È il timore che ci sia una stretta sulla libertà religiosa nel nostro paese a partire dal disegno di legge Zan.

Ma anche voi siete un po' critici nei confronti di questo DDL, mi sbaglio?

"Abbiamo espresso le nostre critiche sopratutto laddove la legge, che dovrebbe allargare appunto un apparato penale, in realtà sfrutta la scia penale per diventare una sorta di promozione di un'idea. Questo è il punto delicato su cui si è espressa anche la CEI, tra l'altro, in più di un comunicato dove non si condanna in toto la legge ma si chiede la riforma di alcun passaggi. Bisogna domandare a chi ha fatto uscire questa nota verbale qual era la sua intenzione, se era mettere in difficoltà una parte politica piuttosto che un'altra, una parte ecclesiale contro la parte laica qui si aprono le ipotesi che naturalmente si possono fare".

Tra le questioni sollevate c'è il fatto che le scuole cattoliche non sarebbero esentate dall'organizzazione della futura Giornata nazionale contro l'omofobia, ma si evidenziano anche timori più generali per la "libertà di pensiero" dei cattolici e anche delle possibili conseguenze giudiziarie nell'espressione delle proprie idee. "Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni", scrive la Santa Sede al governo italiano.

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