Il commento della nostra inviata a Teheran Anelise Borges
Un esito abbastanza scontato quello dei risultati delle elezioni in Iran. Da settimane il vincitore Ebrahim Raisi era dato come il grande favorito nella corsa presidenziale di quest'anno per molteplici fattori.
Primo fra tutti il processo elettorale. Non ha lasciato molto spazio e altre opzioni per quegli elettori che avrebbero preferito vedere trionfare la moderazione e le riforme rispetto a un'amministrazione ultraconservatrice. Tra i 500 candidati iscritti nella corsa alle elezioni, solo sette uomini hanno potuto partecipare alla competizione e alla fine è rimasto in lizza solo un esponente moderato. Per moltissimi iraniani non si è trattato di una tornata elettorale vera e propria ma solo di un tentativo orchestrato per dare il potere a Ebrahim Raisi, stretto alleato dell'ayatollah Ali Khamenei.
Il Presidente eletto dovrebbe entrare in carica il tre agosto ma, al di là della presidenza, è anche un religioso. Molte persone a Teheran credono che l’ultraconservatore sarà in futuro l successore del leader supremo dell'Iran. Mentre c’è chi auspica che le sue iniziative sulla scena interna e internazionale portino onore alla Repubblica islamica, uno sviluppo dell'economia, e benessere per il popolo iraniano.