Il capo della Corte Suprema ha ottenuto il 62% delle preferenze nelle elezioni meno partecipate della storia della Repubblica islamica
L’Iran ha un nuovo presidente: l’ultraconservatore capo della Corte Suprema Ebrahim Raisi ha vinto le elezioni con quasi 18 milioni di voti e il 62% delle preferenze, polverizzando gli altri candidati.
Dopo le elezioni con la più bassa affluenza alle urne mai registrata (48,8%), l’Iran si trova ancora una volta un membro del clero alla presidenza, che molti a Teheran ritengono sarà in futuro il successore della Guida suprema, l’Āyatollāh Khamenei.
"La teocrazia prende molto seriamente l’affluenza alle urne. La reputa quasi un barometro del modo in cui le persone considerano la teocrazia e la sua legittimità", ha commentato Jon Gambrell, direttore news Associated Press Golfo e Iran.
La bassa affluenza solleva interrogativi per il governo in futuro. Di certo Raisi non ha dalla sua l’elettorato più giovane, che ha disertato il voto. Il neo presidente è stato accusato di essere coinvolto in esecuzioni di minori e torture di prigionieri politici: motivi per cui, nel 2019, è stato sanzionato dagli Stati Uniti.