La Bielorussia dà la caccia ai giornalisti e ai blogger dissidenti. Una repressione senza precedenti

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Diritti d'autore WOJTEK RADWANSKI/AFP or licensors
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Di Debora Gandini
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Una situazione senza precedenti in Bielorussia. Dopo l'arresto del dissidente Protasevich parla Stsiapan Putsila il fondatore del canale NEXTA. "Nel Paese è in atto una repressione senza precedenti"

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Una situazione senza precedenti quella dell’arresto del dissidente bielorusso Roman Protasevich che preoccupa non solo le istituzioni internazionali ma anche organi di stampa e blogger. Tra questi c’è Stsiapan Putsila, il 22 enne fondatore del canale Telegram NEXTA, amico e collega dell’oppositore del presidente Alexander Lukashenko finito in manette.

Da Varsavia dove si trova Putsila lancia un allarme e un monito: “Sono preoccupato anch’io per la mia vita ma devo continuare a fare quello che faccio, quello che abbiamo sempre fatto con Roman Protasevich perché è la nostra missione anche se è questione di vita o di morte. Vogliamo avere un paese libero e indipendente come ora è la Polonia, ma purtroppo siamo considerati tra i più grandi nemici in Bielorussia."

Parole forti quelle del giovane direttore del canale Telegram rivolte anche alla comunità internazionale.  "Roman Protasevich ed io siamo stati inseriti da Minsk nella lista di persone coinvolte in attività di terrorismo", ha sottolineatoPutsila. "Per questo motivo c’è anche la possibilità di essere condannati a morte. Rischiamo la pena di morte. I funzionari del governo sostengono che faranno di tutto per sconfiggerci, in poche parole ci preleveranno da dove siamo per portarci in Bielorussia. E' una situazione terribile, la repressione nel Paese non è mai stata così forte.”

“Sono preoccupato per la mia vita ma devo continuare a fare quello che faccio, quello che abbiamo sempre fatto insieme a Roman Protasevich perché è la nostra missione anche se è questione di vita o di morte."
Stsiapan Putsila
Fondatore canale Telegram Nexta

Il ruolo di Nexta durante le proteste in Bielorussia

Stsiapan Putsila, che vive in esilio dalle proteste dello scorso agosto, è stato inserito nella lista dei ricercati e dei latitanti dalle autorità bielorusse. E’ accusato di aver pubblicato diversi appelli a sostegno delle proteste antigovernative in Bielorussia e quindi di aver commesso un crimine secondo il codice penale. NEXTA ha avuto un ruolo primario durante le proteste che hanno fatto seguito alla rielezione del presidente bielorusso lo scorso agosto. Il canale di informazione indipendente è considerato un sito estremista. Come il suo fondatore e i suoi collaboratori.  

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