Bielorussia, in esclusiva a Euronews il ministro degli esteri: "Nostra reazione giustificata"

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Il ministro degli esteri bielorusso ammette che la risposta del governo alle proteste poteva essere sembrata dura ma che era "giustificata dalle circostanze"

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Dopo la violenta repressione d elle proteste che chiedevano e chiedono democrazia e la fine del regno del presidente Aleksandr Lukashenko, Minsk cerca di ricostruire delle relazioni con la comunità internazionale. Questi tentativi passano anche attraverso dichiarazioni più moderate rispetto ai giorni del duro contronto.

Ai nostri microfoni abbiamo raggiunto Vladimir makei, ministro degli esteri bielorusso:

Vladimir Makei, ministro degli Esteri della Bielorussia:  "Vediamo gli eventi dello scorso anno da un'altra prospettiva. Sì, è possibile che il governo abbia agito a volte con metodi eccessivi, ma è stata una reazione adeguata a quelle proteste assolutamente non pacifiche, quelle proteste violente che hanno avuto luogo in Bielorussia".

E circa le critiche di organizzazioni internazionali come Freedom House, Makei continua: "Anche una così nota organizzazione per i diritti umani come Freedom House - che non ha simpatia per la Bielorussia - ha detto il 28 aprile che la Bielorussia è ora più lontana dalla democrazia rispetto a quanto non lo fosse prima. Sono totalmente d'accordo con questo. La domanda è: perché è successo. "Perché la Bielorussia è stata respinta? E grazie a chi? Questa è una domanda retorica e si rivolge in primo luogo ai difensori dei diritti umani che sono in Europa".

Questo mentre dopo Berlino l'ex candidata alle presidenziali contro Lukashenko, Svitlana Tikhanovskaya è in Italia in audizione alla commissione Esteri. Fra gi incontri Orlando, Letta e la sindaca di Roma Raggi. In Europa è già stata ricevuta da Merkel, Macron e dal cancelliere austriaco Kurz.

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