Conte: il giorno della verità

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Di Giorgia Orlandi
Conte: il giorno della verità
Diritti d'autore  Guglielmo Mangiapane/AP

Dopo aver incassato la fiducia alla Camera, la partita adesso si gioca al Senato dove i margini per la coalizione guidata da Conte sono più sottili. Nel discorso di lunedì in aula, il Presidente del Consiglio ha fatto appello ai violenterosi e a coloro che condividono la vocazione europeista, così l’ha definita, di un esecutivo messo in crisi nel momento più difficile per il Paese.

"Le nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre, concentrate sulle risposte urgenti alla crisi che attanaglia il Paese", ha dichiarato il premier in Aula. "Mentre, invece, agli occhi di chi ci guarda, dei cittadini in particolare, appaiono dissipate".  

Per le strade della capitale, intanto, a pochi passi da Montecitorio, la gente non capisce i motivi reali della contesa. Le priorità dei cittadini e del Paese, dicono, sono altre.

"E' una cosa folle, in un momento del genere, l'ultima cosa da creare era una crisi politica di questo genere. Abbiamo altre priorità su cui lavorare", dice ai nostri microfoni una romana. 

"Un gioco di protagonismi stupidi, idioti, molto ristretti nel modo di vedere la situazione, in questo momento per il Paese, che deve affrontare cose difficilissime e ogni scelta richiede uno sforzo enorme per tutti noi"", spiega un uomo. 

Per il voto di lunedì il partito guidato da Renzi, ago della bilancia dei fatti politici degli ultimi giorni, ha scelto l’astensione, ma la partita in Senato è ancora aperta.

"Potrebbe avere o la maggioranza assoluta e in quel caso poter proseguire l'esperienza di governo senza l'apporto di Matteo Renzi, oppure la maggioranza relativa", ci spiega Lorenzo Castellani, docente di scienze politiche alla Luiss. "Anche con questa, qualora il governo non andasse sotto nei voti di fiducia, potrebbe continuare lo stesso ad avere vita. Chiaramente sarebbe un governo molto più debole". 

Da quando ha iniziato la sua carriera politica, l’ex avvocato di strada ne ha fatta. Anche se questa volta la patita `è piu delicata. In ballo ci sono una serie di passaggi delicati per il futuro del Paese, alle prese con l’emergenza sanitaria, tra cui l’iter del recovery plan.

"Il rischio principale in Italia rischia quello di aver ottenuto molto credito, ma di non aver saputo sfruttare quel credito fino in fondo, per la litigiosità delle forze politiche", dice Castellani. 

Le istituzioni europee, intanto, restano a guardare da osservatori attenti. Il commissario all’economia Paolo Gentiloni fa sapere che l’auspicio è quello che la Commissione possa trovarsi sempre di fronte ad interlocutori stabili, impegnati nelle comuni sfide europeiste.