Gli italiani dimenticati negli aeroporti britannici

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Di Alberto De Filippis
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Intervista con Camilla Alcini una giovane studentessa rimasta bloccata a Londra quel maledetto 20 dicembre

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Per capire la situazione degli italiani bloccati nel Regno Unito abbiamo raggiunto Camilla Alcini, una studentessa che ci ha raccontato la sua odissea parlandoci anche dei tanti connazionali che sono ancora in difficoltà e non riescono a rientrare

Camilla Alcini, studentessa: "Il 20 dicembre avevo un volo per tornare a Roma dalla mia famiglia dato che sono residente a Roma, ma studio nel Regno Unito. Sono al secondo anno di università a Londra. Volevo rientrare a Roma per le vacanze natalizie dopo aver fatto il test come richiesto dal governo. Mi sono recata in aeroporto, alle otto di sera, avevo il volo e perciò sono andata abbastanza presto. Ero tranquilla perché la mia coinquilina, che aveva un volo alle tre del pomeriggio per Torino era partita regolarmente. Mi sono detta dunque che anche per me non ci sarebbero stati problemi. "Non fermeranno chi ha il volo serale". Invece è quello che è successo. Il volo è stato cancellato. C'erano voli per Roma e per Firenze, eravamo un gruppo piuttosto grosso di italiani ed eravamo lì in attesa di avere indicazioni. Invece non ci hanno dato alcuna indicazione. Ci hanno solo detto che i voli erano sospesi da qui al sei gennaio e "tornate a casa". Senza considerare che molte persone neanche ce l'avevano una casa, me compresa perché il mio contratto di affitto scadeva quel giorno. Fortunatamente un'amica si è offerta di ospitarmi. Molte persone che conosco non hanno invece avuto questa fortuna e hanno dormito in aeroporto per giorni. Sono delusa perché non abbiamo avuto alcun punto di riferimento in questa odissea".

Euronews: Pensate di prendere iniziative legali?

Camilla Alcini: "Ci sono tantissime persone bloccate. Noi siamo tutti in contatto su Facebook nel gruppo Azione Collettiva Italiani bloccati in Gran Bretagna che è stato l'unico vero punto di riferimento in questa situazione e lo è tutt'ora. Detto ciò ho sentito che si parlava di fare denunce penali per sequestro di persona ai ministri che hanno prima firmato l'ordinanza per farci rimanere qua e poi sono spariti, fino a quando la nostra presenza sui media non li ha obbligati a prendere posizione perché noi eravamo letteralmente per strada. Nella maggior parte dei casi c'erano anche persone in cura in Italia che stavano finendo i medicinali, madri con i figli piccoli, di cui alcuni con problemi di salute che hanno dormito in aeroporto per tre notti consecutive situazione che a confronto con la mia sono assai più gravi".

Euronews: Abbiamo avuto l'impressione che l'emergenza sia rientrata e che tutto si sia risolto. In realtà Lei ha una risposta diversa.

Camilla Alcini, studentessa: "Ci sono tantissime persone ancora bloccate soprattutto perché chi non vola da Londra i voli Alitalia non ci sono e i voli Alitalia sono in questo momento gli unici sicuri di partire. Ryanair continua a cancellare i collegamenti da Edimburgo Manchester sono stati già cancellati e tante persone che non vivono a Londra e non deve rientrare a Roma o a Milano, ma piuttosto le persone che devono arrivare in Sardegna oppure nel sud Italia non possono rientrare. Vorrei aggiungere che li viaggiatori sono costretti a fare i tamponi a pagamento che in Inghilterra sono assai costosi e vanno anche oltre le 200 sterline. Senza dimenticare che un tampone scade dopo un paio di giorni. Se il volo è cancellato il tampone va rifatto".

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