È morto George Blake: spia doppiogiochista della guerra fredda

George Blake in una foto scattata durante una conferenza a Mosca nel 1992
George Blake in una foto scattata durante una conferenza a Mosca nel 1992 Diritti d'autore BORIS YURCHENKO/AP1992
Di Eloisa Covelli Agenzie:  Ap
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Lavorava per i servizi britannici, ma negli anni 50 passò molte informazioni alla Russia, tradendo i suoi compagni sotto copertura, che furono uccisi dal regime

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Un eroe per la Russia, untraditore per la Gran Bretagna. È morto a 98 anni uno dei più famosiagenti segreti della guerra fredda. Il suo nome èGeorge Blake

ASSOCIATED PRESS/AP1953
George Blake in una foto del 1953ASSOCIATED PRESS/AP1953

Negli anni 50 passava le informazioni al Kgb mentre lavorava per i servizi britannici. Ha rivelato le identità di alcuni agenti inglesi sotto copertura, che sono stati uccisi dal regime. 

Scoperto nel 1961, è stato condannato a 42 anni di reclusione, ma dopo 5 anni nella prigione londinese Wormwood Scrubs è riuscito ad evadere grazie all'aiuto di alcuni complici e di due pacifisti. Ha passato il resto della sua vita in Russia. In Gran Bretagna ha lasciato una moglie e tre figli. In Russia, dopo il divorzio, si è risposato ed ha avuto un altro figlio. 

Nelle interviste rilasciate in vecchiaia ha sempre detto di aver tradito perché affascinato dall'ideale comunista. 

Ha passato gli ultimi anni della sua vita in una casa fuori Mosca con la pensione del Kgb. "Gli anni più felici" ha detto in un'intervista rilasciata quando aveva 90 anni.

La sua vita

Nato a Rotterdam da madre olandese e padre egiziano nel 1922, ha lasciato i Paesi Bassi durante la Seconda guerra mondiale dopo essersi unito alla resistenza olandese. Ottenuta la cittadinanza britannica si è arruolato nella Marina ed è entratto nel MI6, i servizi segreti britannici, nel 1944.

Ha studiato russo all'Università di Cambridge, prima di essere mandato nel 1948 a Seul per prendere informazioni sulla Corea del Nord, la Cina e il regime sovietico. 

Si convertì al comunismo durante la guerra di Corea, inorridito dai bombardamenti degli Stati Uniti. Nelle interviste rilasciate negli ultimi anni ha ammesso che il "comunismo è stato un fallimento, ma bisogna provarci".

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