Referendum: si impone il sì con il 70% dei consensi, affluenza alle urne al 53%. Alle regionali trionfano Zaia e De Luca, anche Toti si conferma largamente. Il PD riesce a mantenere Puglia e Toscana ma perde le Marche
Alle regionali il centro-destra non riesce nel ribaltone ma conquista le Marche, il PD tira un sospiro di sollievo e il M5S si consola con il referendum.
Il taglio dei parlamentari è confermato con il 70% dei consensi, con un'affluenza alle urne piuttosto buona: 53%, forse anche grazie all'effetto di trascinamento delle regionali. Una vittoria celebrata dal M5S, principale fautore della riforma, mentre la Lega si era divisa tra il "sì" di Salvini e il "no" di alcuni big del partito, come Borghi e Giorgetti. Gli altri hanno finito per "digerire" la riforma, senza spendersi troppo nella campagna.
la due giorni elettorale, dopo la chiusura dei seggi alle 15 del lunedì, non ha riservato grandi sosprese rispetto ai sondaggi delle settimane precedenti, fatta eccezione per un margine di relativa tranquillità con il quale il PD ha finito per conservare Puglia e Toscana, che sembravano in bilico (alla fine, tra i 6 e gli 8 punti di scarto).
Trionfali le riconferme del leghista Zaia in Veneto (intorno al 75%, affluenza elevata) e di De Luca (PD) in Campania: anch'egli vicino al 70%. In Liguria si riconferma il forzista Toti, con più del 52%. Nelle Marche Mangialardi (PD) riconosce la sconfitta contro Acquaroli (FdI) e sottolinea "l'evidente scelta di discontinuità". "L'opposizione - ha aggiunto - vigilerà affinché le promesse elettorali siano mantenute".
Si è votato in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana (qui era previsto il ballottaggio in caso di mancato raggiungimento del 40%), Veneto e Valle d'Aosta. Attenzione, però: in quest'ultima regione lo scrutinio delle regionali è posticipato a martedì e quello delle amministrative a mercoledì.
Gli scrutini delle elezioni amministrative cominceranno alle ore 9 di martedì 22 settembre. Coinvolgono 1.184 comuni (il 15% del totale). 18 i capoluoghi di provincia, di cui 3 anche di regione. In 156 comuni è possibile il ballottaggio due settimane dopo.
Per il referendum, la consultazione che interessa più popolazione delle quattro, sono stati chiamati alle urne più di 46 milioni di elettori.
DIRETTA
${title}
Diretta conclusa
ABRUZZO 50,79%
BASILICATA 50,14%
CALABRIA 45,22%
CAMPANIA 61,04%
EMILIA-ROMAGNA 55,37%
FRIULI-VENEZIA GIULIA 50,22%
LAZIO 45,67%
LIGURIA 59,17%
LOMBARDIA 51,36%
MARCHE 66,39%
MOLISE 47,44%
PIEMONTE 51,56%
PUGLIA 61,91%
SARDEGNA 35,70%
SICILIA 35,39%
TOSCANA 65,88%
TRENTINO-ALTO ADIGE 70,96%
UMBRIA 48,75%
VALLE D'AOSTA 73,44%
VENETO 67,54%
"Si sono appena concluse le operazioni elettorali, sono state elezioni particolarmente complesse ma la macchina dello Stato ha fatto fronte a tutte le difficoltà nonostante il Covid e le elezioni si sono svolte in tutta sicurezza. E' stata una prova molto impegnativa e ringrazio tutte le istituzioni, le prefetture, i Comuni gli scrutatori, le forze di polizia e la parte del volontariato e della Protezione civile che ci ha aiutato per la parte sul voto da accogliere in casa". Così il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese commentando il voto. Lo riporta l'Ansa.
Il candidato del centrodestra Giovanni Toti è fra il 53-57%, Ferruccio Sansa del centrosinistra al 33-37%, il candidato di Italia viva Aristide Massardo è al 2-4%.
Il candidato del centrosinistra Vincenzo De Luca è al 52-56%, quello del centrodestra Stefano Caldoro è al 26-30%, Valeria Ciarambino del M5s è a 11-15%.
Veneto 🔵
Il candidato del centrodestra Luca Zaia è fra il 70-74%, quello del centrosinistra Arturo Lorenzoni è al 16-20%, la candidata di Italia viva Daniela Sbrollini è fra 0-2%.
Puglia 🔴 - 🔵
Il candidato del centrosinistra Michele Emiliano è al 36-40%, Raffaele Fitto del centrodestra è fra 36-40%, la candidata del M5s Antonella Laricchia è al 15-19%, Ivan Scalfarotto di Italia viva è fra il 2-4%.
Toscana 🔴
Marche🔵
Il candidato del centrodestra Francesco Acquaroli è al 47-51%, quello del Pd Maurizio Mangialardi al 34-38%, Gian Mario Mercorelli del M5s al 8-12%.

In base alla seconda proiezione del consorzio Opinio Italia per la Rai,il Sì raggiunge il 66,7,% al referendum costituzionale. Il No si attesta al 33,3%.
Anche in Liguria, come in Veneto, il candidato del centrodestra Giovanni Toti ha un margine rassicurante sugli sfidanti: il presidente in carica, secondo il al primo intention poll Tecnè per Mediaset, si attesta al 52-56%. Seguono Ferruccio Sansa (centrosinistra e M5s) al 37-41% e Aristitde Massardo (Italia Viva e +Europa) 2-6%.
Come ampiamente previsto alla vigilia Luca Zaia si avvia verso una facile vittoria nelle regionali in Veneto. Il presidente in carica, stando al primo intention poll Tecnè per Mediaset, avrebbe ottenuto tra il 71,5 e il 75,5% dei voti. Seguono Arturo Lorenzoni (centrosinistra) al 16-20% e Enrico Cappelletti (M5S) 2-6%.
In Puglia testa a testa tra il candidato del centrodestra Raffaele Fitto (39%) e il presidente in carica de centrosinistra Michele Emiliano, al 43%. Seguono Antonella Laricchia (M5S) all'11-15% e Ivan Scalfarotto (Italia Viva) al 1-3%.
In Valle d'Aosta (dove si vota con un sistema elettorale diverso rispetto alle altre regioni) il primo partito è la Lega (20-24%), seguito dal Progetto Civico Progressista (che comprende anche il Pd) con il 13-17% e dall'Union Valdoteaine (11-15%) e dal centrodestra (FI e Fdi-Meloni) 8-10%).
In 1.820 sottoposti alla quarantena hanno usufruito del voto domiciliare. Tra di loro anche Silvio Berlusconi ad Arcore. Mentre Paolina Spalazzi, una 92enne disabile al 100%, non ha voluto rinunciare a recarsi al seggio ad Ancona. Vi è stata portata dalla Croce Gialla accompagnata dal figlio, munita di mascherina e torcia elettrica perchè l'anziana ha anche problemi di vista. La sua uscita dalla cabina elettorale è stata salutata da un applauso. Ma la donna è stata superata da Margherita Rusciano, andata a votare all'età di 104 anni a San Giorgio a Cremano (Napoli), dove il nipote è in corsa per ridiventare sindaco.
C'è stato da sudare - in alcuni casi tutta la notte - negli uffici comunali per tappare i buchi causati dalla 'fuga' in massa di presidenti di seggio e scrutatori designati, ma alle 7 di mattina le sezioni con le urne sono state tutte regolarmente aperte, come certificato dal Viminale.
Le prescrizioni anti-Covid - gel, mascherine, percorsi separati, matite sanificate - non hanno creato particolari disagi, al di là di alcuni episodi di positività al Coronavirus che hanno costretto a sospendere temporaneamente le operazioni elettorali.
Gli appelli - anche via social - lanciati dai Comuni alla fine hanno funzionato. I sostituti sono stati trovati e le sezioni si sono potute costituire. "Ci sono state certamente delle criticità - ha ammesso il prefetto Caterina D'Amato, direttore centrale dei servizi elettorali del ministero dell'Interno.- Ma sono state superate grazie al lavoro encomiabile dei sindaci e degli uffici comunali cui compete l'organizzazione dei seggi".
Alle 7 di mattina le prefetture hanno così segnalato al Viminale "la regolare istituzione di tutti i seggi in tutta Italia".
Non senza fatica, però. Il Comune di Roma si è trovato a dover sostituire ben 760 presidenti sui circa 2.600 seggi. "Un numero enorme coperto in tempi record. Abbiamo dovuto richiamare in servizio anche 250 agenti della Polizia Locale di Roma Capitale - ha detto la sindaca Virginia Raggi - molti dei quali durante la notte".
A Napoli le surroghe hanno riguardato 250 presidenti su 860. A Torino i presidenti rinunciatari sono stati 506 su 919 e gli scrutatori 1.487 su 2.800. "Quello degli uffici - ha detto la sindaca Chiara Appendino - è stato un lavoro enorme, andato avanti fino a tarda notte". Milano ha dovuto sostituire 178 presidenti e 1.620 scrutatori.

A Venezia in tarda mattinata si sono comunque registrate file di una decina di minuti, anche per il fatto che gli elettori devono compilare quattro schede diverse: per le Regionali, per le Comunali, per la Municipalità e per il Referendum. Sempre in Veneto, a Padova e provincia 1.300 addetti ai seggi si sono sottoposti a tampone: 2 i positivi al Coronavirus.
A Genova un seggio elettorale è stato chiuso perchè il presidente è stato male nella notte con febbre alta e sintomi che potevano far pensare al Covid (il tampone in seguito è risultato negativo). E' stato aperto inizialmente da un sostituto, ma poi chiuso per precauzione e riaperto in tarda mattinata dopo la sanificazione dei locali e la sostituzione di tutto il personale del seggio.
Caso analogo a Sassari per uno scrutatore risultato contagiato: il personale è stato sostituito ed il seggio trasferito in un'altra aula del'edificio. A Calendasco (Piacenza) sono state sospese per qualche ore le operazioni elettorali in un seggio per la presenza di un operatore positivo al Covid. Sostituito tutto il personale della sezione
Presidente e segretario cambiati anche a Procida (Napoli), ma il Coronavirus in questo caso non c'entra: è successo che dopo la chiusura delle operazioni di preparazione al voto in un cassetto del seggio sono state trovate dieci schede elettorali timbrate. A Sanremo è intervenuta la polizia per per un elettore che non voleva igienizzarsi le mani prima del voto. L'uomo, che tuttavia indossava la mascherina, a richiesta del personale di usare la soluzione alcolica si è rifiutato per motivi ancora poco chiari, dando in escandescenze. Alla fine gli agenti sono riusciti a riportarlo alla calma e a convincerlo a seguire il protocollo sanitario. A Matera due persone denunciate dalla Polizia per aver fotografato con il telefono cellulare la scheda che avevano appena votato.
- Per il Referendum sono chiamati alle urne 46.415.806 elettori, in un totale di 61.622 sezioni.
- Per le Suppletive del Senato gli aventi diritto al voto sono 427.824 per la Sardegna (Collegio uninominale 03 Sassari) in 581 sezioni e 326.475 per il Veneto (Collegio uninominale 09 Villafranca di Verona) in 393 sezioni.
- Le elezioni regionali (in Valle d'Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia) interessano 18.471.692 elettori e un totale di 22.061 sezioni.
- Le Amministrative si svolgono, invece, in 957 comuni, di cui 608 nelle regioni a statuto ordinario e 349 nelle regioni a statuto speciale: per un totale di 5.703.817 elettori alle urne e 6.756 sezioni.