Alla vigilia del summit di Sochi tra Putin e Lukashenko, a MInsk sono continuate le manifestazioni anti-governative, ormai giunte al 35° giorno. Circa 10.000 manifestanti hanno protestato per le vie della capitale: intervento ruvido da parte della polizia.
Scene di ordinaria violenza in Bielorussia.
Anche sabato ci state proteste popolari e massicci arresti da parte della polizia antisommossa.
In particolare, si è trattato di una manifestazione di donne, molte delle quali caricate a forza sui furgoni del ministero dell'Interno.
Secondo il gruppo per i diritti umani Viasna sono state arrestate piu di 40 persone.
Un'altra grande manifestazione è prevista per domenica, a Minsk e in altre città della Bielorussia.
Nel 35esimo giorno consecutivo di proteste, circa 10.000 donne hanno marciato nel centro di Minsk, sbattendo pentole e padelle e chiedendo le dimissioni del presidente Lukashenko.
Oltre a Svetlana Tikhanovskaya, la leader dell'opposizione fuggita all'esterno, i manifestanti di sabato hanno inneggiato a Maria Kolesnikova, un'altra esponente di spicco dell'opposizione, arrestata questa settimana dalla polizia.
In Piazza della Libertà a Minsk sono scoppiati degli scontri, mentre uomini con maschere nere e uniformi verdi senza insegna cercavano di trattenere le donne manifestanti: lo hanno mostrato dei filmati trasmessi dal canale televisivo Belsat e da Tut.by, un'emittente indipendente bielorussa.
Alcune donne si sono tirate indietro e hanno cercato di smascherare gli uomini in uniforme. Un altro video ha mostrato agenti di polizia che gettavano le donne manifestanti nei furgoni della polizia.
L'onda lunga della protesta in Bielorussia non accenna a placarsi, anzi: aumenta di numero e di intensità.
Lukashenko corre ai ripari (da Putin)
E cosi Alexander Lukashenko è costretto a rivolgersi al suo più importante, ma ingombrante, alleato: la Russia.
E Vladimir Putin ospita proprio Lukashenko a Sochi, sul Mar Nero, questo lunedi.
Un'amicizia non del tutto disinteressata, secondo gli analisti: Mosca non nasconde mire espansionistiche, soprattutto economiche, sulla Bielorussia, lasciando, però, a Lukashenko il cosiddetto lavoro "sporco".
Parlando con il gruppo di giornalisti russi filogovernativi, scelti con cura, questa settimana Lukashenko ha ammesso che "sono stato seduto sulla sedia del Presidente troppo a lungo", ma ha rifiutato ancora una volta di dare le dimissioni, perchà - ha detto - "la gente non ti elegge per poi dare il potere ad altri".