Bielorussia, l'opposizione chiede "pressioni internazionali" su Minsk

L'opposizione bielorussa punta sulle pressioni europee per riuscire a scalzare dal potere il sei volte presidente Lukashenko.
È quanto emerso da un forum on-line promosso dal Consiglio d'Europa e dedicato alla situazione in Bielorussia, al quale ha partecipato tra gli altri anche Svetlana Tikhanovskaya, già candidata alle presidenziali, ora in esilio in Lituania, che ha descritto un quadro drammatico:
"Manifestanti pacifici picchiati e arrestati illegalmente. Esponenti dell'opposizione fermati con accuse inventate, intimiditi, minacciati o espulsi dal paese... Serve una pressione internazionale sul regime e su questo individuo che si aggrappa disperatamente al potere".
Intanto a Minsk, dove l'uomo forte controlla la situazione grazie al pugno di ferro di polizia e forze speciali, comincia a sgretolarsi il muro dell'unanimità.
Al Forum è intervenuto anche Andrei Savinykh, presidente della commissione per gli Affari internazionali del parlamento bielorusso, aprendo a una svolta.
"Da una parte significativa della società emerge la richiesta di uno stabile cambiamento politico. Come parlamento siamo pronti a fare la nostra parte e accogliamo la discussione più ampia possibile su questo argomento. Tuttavia il dialogo non può svilupparsi sotto il diktat delle manifestazioni di strada o con la mediazione straniera".
Con l'Unione europea alle prese con l'ipotesi di sanzioni contro Minsk, la domanda di molti è sulla posizione che sceglierà di tenere la Russia, principale alleato della Bielorussia. Più che dalle mosse di Bruxelles il futuro politico del presidente bielorusso dipende da quelle di Mosca.