La prevista manifestazione diventa una sollevazione popolare contro i politici del Libano. In visita a Beirut, Charles Michel assicura 33 milioni di euro per l'emergenza. E dopo Macron, anche il presidente del Consiglio Europeo garantisce altri fondi internazionali. "Ma le riforme sono necessarie".
La tanto attesa manifestazione popolare è diventata una sollevazione popolare.
Contro i politici, anche Hezbollah
Mentre Beirut, sfigurata dall'esplosione di martedi, piange i suoi morti, i manifestanti sono scesi in piazza per sfogare con violenza tutta la loro rabbia contro il presidente Michel Aoun e tutti i politici libanesi, compreso il premier Hassan Diab, accusati di aver indirettamente causato l'esplosione e quindi la morte di oltre 150 persone e il ferimento di altre 5.000.
Oltre alle tante bandiere biancorosse con il cedro verde (simbolo del Libano), i manifestanti hanno esposto macabramente alcune impalcature di legno con i cappi, urlando a squarciagola: "O vi dimettete o vi impicchiamo", rivolti ai politici.
I disordini si sono verificati soprattutto in Piazza dei Martiri, dove era previsto il raduno dei manifestanti.
Assalto al ministero: morto un poliziotto
Ma la folla - tra cui molti ex militari - ha fatto irruzione al ministero degli Esteri, poi liberato dall'esercito. Distrutte le foto del presidente Micheal Aoun.
"Il palazzo sarà la sede della rivoluzione", hanno gridato i manifestanti.
Anche un manichino che raffigura Hassan Nasrallah, leader del partito sciita Hezbollah, è stato appeso ad un finto patibolo.
Negli scontri è morto un poliziotto, mentre si contano almeno 230 feriti tra i dimostranti.
"Le riforme sono necessarie per il Libano"
Dopo il bagno di folla del presidente francese Macron, ci prova Charles Michel, il presidente belga del Consiglio Europeo, a calmare gli animi, promettendo una grande raccolta fondi per il Libano, già caldeggiata dallo stesso Macron.
Per le prime necessità dell'emergenza, l'Unione Europea ha già inviato 33 milioni di euro al Libano.
"Ho visitato il luogo dell'esplosione, i pensieri che ho avuto in quel momento sono pensieri per tutti i libanesi e per gli abitanti di Beirut". ha detto Michel.
"Sono scioccato dall'enormità della catastrofe", ha aggiunto su Twitter, "colpito dalla resilienza degli abitanti di Beirut e impressionato dal coraggio dei soccorritori".
Non solo manifestanti: anche volontari
Beirut è una città spettrale.
I volontari, indomiti, lavorano giorno e notte per ripulire le macerie, anche dell'ospedale delle Suore del Rosario di Beirut, molto danneggiato dall'esplosione.
I medici russi già arrivati a Beirut hanno curato centinaia di persone ferite, negli ultimi due giorni, dopo essere stati inviati da Putin per aiutare le autorità locali e i soccorsi internazionali.
La Russia ha inviato cinque aerei con aiuti umanitari a Beirut, insieme a circa 160 medici e operatori di ricerca e salvataggio.
I funerali del leader di Kataeb
Sabato si sono intanto svolti I funerali del segretario generale del partito d'opposizione Kataeb, Nizar Najarian, anch'egli vittima dell'esplosione.
Kataeb, un gruppo cristiano che si oppone al governo sostenuto dagli Hezbollah allineati all'Iran, ha annunciato sabato le dimissioni dei suoi tre parlamentari.
"Invito gli onorevoli a dimettersi, in modo che il popolo possa decidere chi li governerà, senza che nessuno imponga loro nulla", ha detto il capo del partito Samy Gemayel, figlio di Amine Gemayel, presidente del Libano dal 1982 al 1988.