Come ci è finito tutto quel nitrato d'ammonio a Beirut? Storia del cargo Rhosus

Una delle strutture del porto di Beirut sventrata dalle esplosioni
Una delle strutture del porto di Beirut sventrata dalle esplosioni Diritti d'autore Hassan Ammar/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
Diritti d'autore Hassan Ammar/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
Di Matthew HolroydSeana Davis
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La rotta, gli stipendi non pagati, il carico sequestrato e abbandonato in un hangar, l'affondamento, i proprietari: storia della nave che ha portato il nitrato d'ammonio a Beirut

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Com'è possibile che quasi tremila tonnellate di nitrato d'ammonio siano rimaste nei magazzini del porto di Beirut per più di sei anni? Ma soprattutto, come ci è arrivata lì questa sostanza pericolosa? 

Nel 2015, in una pubblicazione specializzata in controversie marittime legali, viene riportato il caso di una nave da carico abbandonata nel porto di Beirut due anni prima. Era il settembre 2013 quando la nave Rhosus, battente bandiera moldava, salpava dalla Georgia con 2.750 tonnellate di nitrato d'ammonio.  

La stessa quantità immagazzinata nell'Hangar 12, il magazzino che è esploso martedì scorso nella capitale libanese.

Russian Emergency Ministry/Russian Emergency Ministry
Soccorritori sul luogo della tragedia ripresi da un drone russoRussian Emergency Ministry/Russian Emergency Ministry

L'ultimo viaggio del Rhosus

La destinazione prevista era Beira, Mozambico, ma la nave si è dovuta fermare a Beirut ufficialmente a causa di "problemi tecnici". Era partita da Batumi, Georgia, il 27 settembre 2013.

Incrociando riferimenti da più fonti, tra cui i registri dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO) e la banca dati Equasis, Euronews ha confermato che la nave batteva bandiera moldava.

Tutte le fonti descrivono la Rhosus come "nave da carico generale", lunga oltre 86 metri. Utilizzando le coordinate della nave fornite da Marine Traffic, abbiamo tracciato l'ultimo viaggio registrato del Rhosus nel 2013 per vedere come è finito nel porto di Beirut.

Il Rhosus ha fatto tappa per due giorni a Istanbul e ha fatto quindi scalo ad Atene, in Grecia, per più di tre settimane, a partire dal 21 ottobre. Il portale Marine Traffic non riesce a tracciarla più fino al 15 novembre, quando riappare in mezzo al Mar Mediterraneo.

Invece di dirigersi a sud verso il canale di Suez e poi verso il Mozambico, la nave si dirige verso la capitale libanese ed arriva a Beirut il 20 novembre.

Il giorno successivo, Marine Traffic ne segue la posizione fino all'ancoraggio in porto. Nel giro di una settimana, viene spostata in un'altra baia di carico, vicino ma non adiacente all'Hangar 12.

L'ultima lettura registrata del Rhosus viene effettuata il 7 agosto 2014: si trova vicino ai frangiflutti del porto.

Google My Maps - Maritime Traffic
L'ultimo viaggio tracciato del RhosusGoogle My Maps - Maritime Traffic

I debiti: l'equipaggio che si ammutina per stipendi mai pagati

Articoli della Seafarer's Union of Russia descrivono lo stesso caso e parlano dei membri russi dell'equipaggio mai pagati. L'Unione, che è affiliata alla Federazione Internazionale dei Lavoratori dei Trasporti (ITF), scrive che l'equipaggio era preoccupato per la natura del carico.

La rotta della nave coincide con i rapporti, ma rimangono dubbi sul perché la nave sia rimasta praticamente ferma nel porto di Beirut per diversi mesi, e su cosa sia successo al suo equipaggio e al suo carico.

In una dichiarazione a The Cube, l'ITF conferma di aver gestito il caso dell'equipaggio abbandonato a bordo del Rhosus nel 2014. ITF comunica che la nave è stata bloccata dalle autorità portuali per un caso di stipendi non pagati.

Si ritiene che si tratti di un debito di circa 100mila dollari, equivalenti a più di 84mila euro nel 2020. ITF scrive che, proprio per questo motivo, la Rhosus è stata "probabilmente trattenuta per un lungo periodo di tempo".

I documenti di intelligence di Lloyd's List confermano che la Rhosus è stata sequestrata nel febbraio 2014 a causa di mancati pagamenti. La nave, rimasta incustodita, è affondata a ridosso dei frangiflutti nel febbraio 2018.

"I proprietari hanno confermato che il proprietario del carico è scomparso con i documenti di carico", ha detto un portavoce dell'ITF.

Dopo aver assunto un avvocato locale, l'equipaggio della Rhosus ha presentato denuncia per la retribuzione arretrata, chiedendo di poter lasciare la nave.

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Questa mossa ha dato il via a una baruffa diplomatica per il rimpatrio dell'equipaggio. ITF indica che le autorità moldave, ucraine e libanesi sono state invitate nelle procedure giudiziarie.

Sei membri dell'equipaggio sono riusciti a tornare a casa subito, mentre gli altri - tre ucraini e il capitano russo - sono stati autorizzati a lasciare la nave e rimpatriati nel settembre 2014.

Boris Prokoshev era il capitano della nave che trasportò quel nitrato di ammonio a Beirut. Intervistato dall'agenzia AP, assicura che le autorità libanesi erano perfettamente a conoscenza del problema. Da anni. Il capitano, cittadino russo, rivela altri particolari. "L'armatore non aveva pagato le tasse portuali. E per questo i libanesi hanno bloccato la nave. Sapevano benissimo che dentro c'era un carico pericoloso".

La dinamica dei fatti a Beirut nel 2013/2014

Prokoshev si è unito all'equipaggio in Turchia dopo un ammutinamento proprio per la questione degli stipendi non pagati. 

Igor Grechushkin, proprietario russo della nave, è stato pagato 1 milione di dollari per trasportare il pericoloso carico dalla Georgia al Mozambico, indica Prokoshev. 

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Come scrive il New York Times, il nitrato di ammonio era stato acquistato dalla Banca Internazionale del Mozambico per la Fábrica de Explosivos de Moçambique, un'azienda che produce esplosivi commerciali. A dirlo Baroudi and Partners, uno studio legale libanese che ha rappresentato l'equipaggio della nave.

Grechushkin, che oggi si trova a Cipro e comunica per telefono, è stato già sentito dalle autorità cipriote su richiesta di quelle libanesi. Ha riferito che il capitano non aveva abbastanza soldi per pagare il passaggio attraverso il canale di Suez. 

Così ha fatto rotta su Beirut per guadagnare un po' di soldi assumendo un carico supplementare di macchinari pesanti. Ma quei macchinari, ormai troppo vecchi, non avrebbero potuto essere caricati sulla nave. I funzionari libanesi hanno ritenuto la nave non idonea e hanno proceduto al sequestro.  

Il capitano Prokoshev ha riferito che gli ufficiali portuali libanesi hanno avuto pietà dell'equipaggio affamato, provvedendo del cibo. Ma, ha aggiunto, non hanno mostrato alcuna preoccupazione per il carico altamente pericoloso della nave. "Volevano solo i soldi che gli dovevamo", le sue parole ad AP.

In Ucraina si disse che l'equipaggio era stato preso in ostaggio. A Prokoshev toccò vendere parte del carburante della nave per assumere gli avvocati. 

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Proprio questi legali avvertirono le autorità libanesi che la nave rischiava "di affondare o saltare in aria in qualsiasi momento". Liberato l'equipaggio motivi caritatevoli nell'agosto 2014, Grechushkin - riapparso - ha pagato per il ritorno dei marinai in Ucraina. 

Euronews ha contattato Lloyd's List, un'agenzia di intelligence marittima, per corroborare tutta la versione. Lloyd's List cita uno studio legale di Beirut: denuncia che sì, la nave è stata abbandonata e trattenuta per controlli dalle autorità portuali.

Il blocco sarebbe avvenuto, secondo Lloyd's List, "dopo che il noleggiatore e le parti interessate hanno perso interesse nella spedizione di nitrato di ammonio".

L'agenzia aggiunge che le loro fonti di assicurazione marittima "hanno sottolineato come questa conclusione sia ancora preliminare, in attesa di un'indagine adeguata".

"A un certo punto, tra la detenzione e l'affondamento, circa 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio - una sostanza chimica industriale ampiamente utilizzata nella produzione di fertilizzanti e di esplosivi, sia commerciali che illeciti - sono state depositate all'interno del perimetro del porto", continua Lloyd's List.

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The Cube ha contattato l'ultimo proprietario registrato del Rhosus per un commento, ma non ha ricevuto risposta al momento della pubblicazione.

Cosa è successo dopo?

Nel 2017, IMO - l'Organizzazione Internazionale Marittima - ha emanato una guida su come gestire il trasporto di nitrato di ammonio, citando due distinti incidenti relativi alla sostanza chimica. Mette in guardia contro l'esposizione al calore nei paraggi del fertilizzante e avverte sui pericoli legati al decadimento della materia.  

Il politico libanese Salim Aoun ha pubblicato sui social media diverse lettere indirizzate alle autorità giudiziarie, esplicitando ai funzionari doganali tutte le sue preoccupazioni per il carico pericoloso lasciato abbandonato in porto.

In una corrispondenza del 2016 i funzionari doganali si chiedono se possono riesportare il carico proprio a causa della natura volatile del nitrato.

Conoscendo i potenziali pericoli del nitrato di ammonio in determinate condizioni, rimangono dubbi sul perché non sia stato fatto nulla per prevenire questa tragedia.

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