Il paese sempre più nell'orbita russa, ma bisogna vedere gli effetti del boicotaggio chiesto dall'opposizione e il livello del successo del presidente Vucic
Questa domenica 21 giugno, si tengono le elezioni parlamentari in Serbia , inizialmente programmate per aprile e rimandate a causa dell’emergenza sanitaria. Poco meno di 7 milioni di elettori saranno chiamati alle urne per scegliere fra le 21 liste approvate dalla Commissione elettorale repubblicana. L’esito è scontato, mentre sarà da valutare l’efficacia e la portata del boicottaggio di gran parte dell’opposizione.
La lista favorita è quella del presidente Vučić che nel 2016 che ha raggiunto il 48%, Vučić è l’uomo che ha dominato la politica serba negli ultimi anni, portando la Serbia verso un ambiguo avvicinamento all’Unione europea, condizionato però dai forti legami mantenuti con Russia e Cina.
Bosko Jaksic, analista politico: "La domanda è: il presidente continuerà con la sua euforia pro-cinese iniziata al momento della pandemia? O proverà a rafforzare le relazioni con l'Occidente? Ma il fatto che il presidente Vučić due giorni dopo le elezioni si rechi a Mosca per incontrare il suo omologo Putin è un segnale che la Serbia si sta inclinando verso est ".
Il vincitore è annunciato, come dimostrano i sondaggi ma sarà interessante osservare l’affluenza e i risultati del boicottaggio dell’opposizione per capire dove va il paese e se l'avvicinamento a Mosca è ormai un dato di fatto.