L'amministratore delegato: "Lufthansa e Air France come dei drogati e ricevono sovvenzioni. Giganteschi aiuti di stato ad #Alitalia, come se fosse crack o cocaina"
Perdite nette per 100 milioni di euro con prospettive ancora peggiori per l'estate e licenziamento di 3.000 persone all'orizzonte. È in sintesi il quadro della compagnia aerea low costRyanair, che ne ha fatto il suo amministratore delegato, Michel O'Leary**,** presentando i dati del primo trimestre.
Per il manager, intervistato da Euronews, la vera incognita sul futuro è legata alle norme di sicurezza che verranno imposte. "L'importante è che non vengano stabilite regole senza senso, impossibili da mettere in pratica a bordo di un aereo", spiega l'irlandese. "Ad esempio non si può rispettare la distanza di sicurezza in un tubo d'alluminio. Ho visto di norme che impongono guanti di gomma e gel disinfettante dopo ogni operazione al check-in e che sono del tutto inefficaci. Come se tutto ciò che si dichiara fosse progettato per dare l'impressione. che le autorità stiano facendo qualcosa, anche se poi non è di alcuna efficacia".
O'Leary si dice contrario anche agli aiuti di stato alle compagnie tradizionali e non perde occasione per attaccare Alitalia. "Le compagnie aeree non sono trattate tutte allo stesso modo. Compagnie come Lufthansa e Air France sono come dei drogati e ricevono sovvenzioni", dichiara. "Alitalia è di nuovo di proprietà dello stato, una compagnia aerea che non ha mai fatto profitti in 74 anni... Ryanair è attualmente il più grande operatore in Italia. EasyJet credo sia la terza. Non chiediamo aiuti di stato, ma vorremmo vedere ridotte le tasse comunali e i diritti aeroportuali in Italia, piuttosto che vedere arrivare giganteschi aiuti di stato ad Alitalia, come se fosse crack o cocaina".
Il momento difficile attraversato dal settore del trasporto aereo provoca immediate conseguenze in quello delle attività turistiche e ricettive, tanto da rendere auspicabile un intervento diretto dell'Unione europea. "A livello europeo il turismo genera 25 milioni di posti di lavoro", dice il vicepresidente della Commissione Turismo del Parlamento europeo, István Ujhelyi. "Sono occupazioni di cui abbiamo bisogno, dunque dobbiamo occuparci di turismo e di viaggi, perché serviranno risorse in quantità e azioni prese non solo dagli stati membri, ma anche dall'Unione".
Con una stagione estiva cancellata ancora prima di cominciare, per gli operatori del settore i problemi sono destinati a durare a lungo, nonostante le parziali e contestatissime riaperture decise a macchia di leopardo in diverse parti d'Europa.