Trasporto aereo, IATA: meno 252 miliardi di dollari di ricavi

Va in letargo anche se è primavera l'aeroporto francese di Orly, il maggiore per traffico domestico; per non dire che va in coma, malato di coronavirus: resterà chiuso al traffico commerciale da questo mercoledì e fino a data da destinarsi. Con centinaia di voli cancellati il suo traffico passeggeri è in caduta libera: meno 92 % rispetto agli stessi giorni di un anno fa. E ovviamente non è un'eccezione. Alcune compagnie come easyjet hanno deciso di interrompere ogni attività, altre mantengono un servizio minimo, là dove le frontiere sono aperte e i Paesi consentono di volare: chi rischia di più sono le compagnie che operano principalmente a livello nazionale, con scarsa liquidità, perché per andare avanti senza entrate ci vuole cassa.
Crisi peggiore del 2001
Per l'associazione internazionale del trasporto aereo, IATA, questa crisi sarà peggiore di quella che seguì l'11 settembre 2001; l'associazione ha rivisto di molto a ribasso le stime e prevede 252 miliardi di dollari di ricavi in meno per il 2020. Alcune compagnie relativamente piccole, proprio come è stato annunciato per Alitalia, potrebbero essere nazionalizzate, altre, rischiano il fallimento o un forte ridimensionamento; un colosso come Lufthansa, ormai da giorni ha la maggior parte della flotta a terra. Gli unici collegamenti internazionali ancora garantiti, d'altronde, in Europa sono quelli per il rimpatrio di connazionali, oltre che, ovviamente, i voli cargo.
EasyJet ferma tutte le attività
Resta a terra dal 30 marzo l'intera flotta della compagnia low cost EasyJet. La decisione di fermare le attività, è spiegato in un comunicato, deriva dalle "restrizioni di viaggio - senza precedenti - imposte dai Governi in risposta alla pandemia del Coronavirus" e dal crescente regime di confinamento adottato da molti Paesi europei.
Negli ultimi giorni la compagnia ha operato oltre 650 voli di rimpatrio riportando a casa più di 45.000 persone. Gli ultimi voli sono stati effettuati ieri.
In seguito alla decisione molti degli 11.000 dipendenti verranno posti in regime di sostegno al reddito che assicura l'80 per cento della retribuzione.
Nonostante il pesante impatto del coronavirus sui piani di impresa, gli amministratori di EasyJet assicurano che la compagnia sopravviverà alla crisi.