Coronavirus: la Lombardia lancia l'allarme, proseguono le sperimentazioni

A woman speaks with Italian soldiers as they control vehicles entering Italy  (Photo by Valery HACHE / AFP)
A woman speaks with Italian soldiers as they control vehicles entering Italy (Photo by Valery HACHE / AFP) Diritti d'autore VALERY HACHE/AFP or licensors
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Il numero di contagiati dal Covid-19 supera la soglia dei 20mila casi in Italia e la Lombardia lancia l'allarme: stanno finendo i posti in rianimazione, siamo vicini al punto di non ritorno.

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La ricerca per trovare l'antidoto contro il Covid-19 prosegue senza sosta. In attesa del vaccino si cerca di mettere a punto una terapia antivirale ad hoc.

Primo farmaco contro Covid-19 È incoraggiante il cammino intrapreso per trovare il primo farmaco, descritto sul sito BioRxiv dal gruppo dell'Università olandese di Utrecht guidato da Chunyan Wang. Ci vorrà comunque tempo prima che il farmaco sia disponibile: al momento è al chiuso dei laboratori dell'Università olandese di Utrecht e deve affrontare la lunga serie di sperimentazioni sugli animali e poi sull'uomo prima di arrivare in commercio.

Gli stessi ricercatori hanno detto alla Bbc che saranno necessari mesi prima che il farmaco sia disponibile perché dovrà essere sperimentato per avere le risposte su sicurezza ed efficacia. Il farmaco è un anticorpo monoclonale specializzato nel riconoscere la proteina chiamata 'spike' (punta, artiglio) o semplicemente indicata con la lettera S, che il virus utilizza per aggredire le cellule respiratorie umane. E' la più potente arma del vaccino e per questo è stata subito studiata in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, fino a ottenere la struttura molecolare e perfino a vederla in azione mentre invade le cellule, grazie all'aiuto di potentissimi microscopi.

Uso del plasma dipazienti guariti Non è comunque l'unico fronte di ricerca: lascia sperare anche la possibilità di utilizzare il plasma di pazienti guariti dalla Covid-19, con alti livelli di anticorpi: è l'obiettivo del protocollo firmato in Italia da alcuni centri regionali con capofila il Policlinico San Matteo di Pavia. Per le infusioni di plasma ai malati si attende adesso il via libera dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss).

Il farmaco contro l'artrite reumatoide tocilizumab C'è ottimismo anche sul farmaco contro l'artrite reumatoide tocilizumab, la cui sperimentazione è partita da Napoli e si sta progressivamente estendendo in altre regioni, dalla Toscana alla Puglia e alla Calabria, fino alla Lombardia e alle Marche. La Roche ne ha annunciato la distribuzione gratuita. "Si sono fatti studi in Cina su grandi numeri di pazienti, in Italia lo stiamo studiando, ma è ancora presto per trarre conclusioni", ha osservato Giuseppe Remuzzi, dell'Istituto farmacologico 'Mario Negri' di Bergamo.

Le armi principali attualmente utilizzate sono comunque le combinazioni sperimentali dei vecchi farmaci anti-Aids, progettati per bloccare l'enzima che permette al virus Hiv di penetrare nelle cellule.

No invece ai farmaci anti-infiammatori Ha messo invece sul chi vive il ministro francese della Salute, Olivier Véran, che ha affidato a un tweet l'affermazione che prendere farmaci anti-infiammatori, come quelli a base di ibuprofene o di cortisone, "potrebbe essere un fattore aggravante dell'infezione" nei malati di coronavirus. "In caso di febbre, prendete del paracetamolo, ha aggiunto". Una delle possibili controindicazioni di questi farmaci è che in alcuni casi potrebbero provocare insufficienza renale, ha rilevato Remuzzi. Quanto al cortisone, ha aggiunto, "ci sono dati a favore e dati contro: dipende da quando e come viene somministrato e a quali pazienti". Si lavora senza sosta e "presto - ha detto Remuzzi - troveremo la soluzione sia per i farmaci sia per il vaccino.

Gallera: "Tra poco punto di non ritorno"

"Abbiamo pochissimi posti liberi nelle terapie intensive, ormai siamo nell'ordine di 15 o 20 a disposizione. Ogni giorno ne ricaviamo qualcuno di nuovo, domani ne arrivano liberi altri 3 e il San Raffaele sta creando un'area con 14 posti che sarà pronta però tra una settimana.

Oggi li recuperiamo chiudendo le sale operatorie, dove ci sono dei respiratori che possono essere utilizzanti anche per sostenere il respiro". Lo ha detto l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera. "Tra poco arriviamo a un punto di non ritorno" ha sottolineato. "Se ogni giorno abbiamo 85 persone in più che entrano in terapia intensiva e tendenzialmente ne escono due o tre, perché il dato è il 10% e il 15% considerato chi esce e chi muore, tutto questo non è sufficiente - ha concluso Gallera -. È difficile per tutti ma, come noi stiamo facendo un grande sforzo, chiediamo la stessa intensità da tutti". 

Bertolaso consulente di Fontana per ospedale

Guido Bertolaso affiancherà come consulente personale il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per la realizzazione del progetto di un ospedale dedicato ai pazienti Covid presso le strutture messe a disposizione della Fondazione Fiera di Milano al Portello.

Fontana, comunica la Regione, ha ringraziato Bertolaso per aver accettato l'incarico per i quale riceverà un compenso simbolico pari ad un euro. 

Arriva decreto da 16 mld: da stop ai mutui, alla cassa integrazione per tutti

Il maxi-decreto del governo con le misure per arginare l'impatto del Coronavirus sull'economia, sembra destinato a crescere ben oltre gli annunciati 12 miliardi. Domenica le misure arriveranno sul tavolo di un Consiglio dei ministri che per la prima volta potrebbe svolgersi in scala ridotta con pochi ministri o addirittura in videoconferenza. 

Quattro i grandi capitoli del provvedimento: sanità, lavoro, con misure che vanno dagli ammortizzatori sociali alla fornitura di mascherine fino al sostegno al turismo, sostegno alla liquidità di famiglie e imprese, rinvio delle scadenze fiscali e burocratiche.

Braccialetti per alleggerire carceri

Ridurre il sovraffollamento nelle carceri puntando anche a un incremento dell'uso del braccialetto elettronico, lo strumento di controllo a distanza che viene utilizzato solitamente per concedere la detenzione domiciliare a chi ha pene inferiori a due anni o a chi è in custodia cautelare. Pressato dalle preoccupazioni di chi anche dentro il governo teme che se non si svuotano in qualche modo le carceri - con oltre 10mila detenuti in più rispetto alla loro capienza, dato peggiorato con le rivolte dei giorni scorsi - sarà difficile controllare l'epidemia da Coronavirus, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede fa una apertura. E pensa di inserire questa opzione nel pacchetto di misure che sta mettendo a punto in vista del Consiglio dei ministri che probabilmente domani varerà il nuovo decreto sull'emergenza Coronavirus.

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