Immigrazione: come cambiano le regole per emigrare Oltremanica

È collegabile alla Brexit la modifica delle del sistema che regola l'immigrazione.
Dopo la fine della libera circolazione per i cittadini Ue il Governo prevede l'introduzione a partire dal 2021 di un sistema a punti ispirato a quello in vigore in Australia che la Regina ha definito “equo e moderno”.
Verranno concessi visti e permessi di lavoro non in base alla nazionalità delle persone, ma in base alle qualifiche che hanno e se servono all'economia britannica.
Nel sistema a punti, ispirato al modello di immigrazione australiano, sarà 70 il numero da raggiungere per ottenere il visto: varranno, oltrechè lingua e offerta di lavoro qualificato, anche lo stipendio offerto e il lavorare in un settore che necessita manodopera.
"Siamo consapevoli che queste proposte rappresentano un cambiamento significativo per le aziende" , ammette l'esecutivo, che sta preparando un 'programma di comunicazione globale'.
Il premier Boris Johnson sostiene da sempre che la ragione del sì alla Brexit è da ritrovarsi essenzialmente sul sentimento verso i migranti, chi ha chiesto la Brexit, per Johnson ha chiesto una politica migratoria più severa.
Si tratta di un programma pluriennale e verosimilmente le aziende avranno il tempo per adeguarsi, al di là delle frontiere invece la situazione sarà diversa. Come afferma lo stesso ministro dell'Interno, Priti Patel, il nuovo sistema disincentiverà dal scegliere la Gran Bretagna come meta e i nuovi arrivi caleranno.
Stando alle stime del Migration Advisory Committee con le nuove regole il 70% dei cittadini europei arrivati nel Regno Unito dal 2004 non avrebbe avuto i requisiti per ottenere il visto.