"Solo il parlamento catalano può dirmi cosa fare con la mia carica" ha dichiarato. "Resto dove sono"
Il presidente della Generalitat catanala, l'indipendentista Quim Torra, ha annunciato ricorso alla Corte Suprema spagnola per contestare il provvedimento con cui la Commissione elettorale lo ha destituito dalla sua carica di deputato regionale, dopo la condanna a un anno e mezzo di interdizione dai pubblici uffici ricevuta il 19 dicembre per il reato di disobbedienza.
Condannato in primo grado per essersi rifiutato di rimuovere dalla sede del governo regionale, in periodo elettorale, gli striscioni a sostegno degli indipendentisti in carcere, Torra ha annunciato di non voler rispettare la decisione della Commissione.
"Finché il Parlamento catalano non ci dirà il contrario - ha dichiarato - continuerò ad essere deputato e presidente catalano, esercitando le funzioni della mia posizione. Sono dunque ancora deputato del Parlamento catalano e presidente catalano".
Torra rischia in effetti di perdere anche la presidenza della Generalitat, carica che ricopre dal maggio 2018, dal momento che lo statuto regionale impone che il presidente vada scelto tra i deputati regionali, carica da cui il leader catalano è stato per l'appunto destituito.
La polemica arriva comunque in un delicato momento politico, proprio nel bel mezzo del dibattito parlamentare sull'investitura del socialista Pedro Sanchez, al centro del quale c'è proprio la sua volontà di fare del dialogo in Catalogna "una priorità assoluta".
Sanchez ha ottenuto una ragionevole certezza di tornare al potere proprio grazie alle rassicurazioni degli indipendentisti catalani dell'ERC, che governano la regione col partito di Torra, dai quali giovedì ha incassato la promessa di un astensione durante il voto di investitura.
Per ora, la direzione del partito ha annunciato l'intenzione di mantenere la promessa fatta.