Città del Messico è diventata "plastic free"

Città del Messico è diventata "plastic free"
Diritti d'autore AP Photo/Rebecca BlackwellRebecca Blackwell
Di Cinzia Rizzi Agenzie:  AFP, AP
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Dal 2021 verranno bandite, tra le altre cose, vari prodotti di plastica monouso (come cannucce e posate), così come accadrà nell'Unione europea

PUBBLICITÀ

Si torna indietro nel tempo a Città del Messico, per fare un passo avanti per la salvaguardia dell'ambiente. Da mercoledì nella capitale messicana è vietato l'uso dei sacchetti di plastica, imprescindibili negli ultimi trent'anni. Secondo la nuova legge, i negozi di alimentari che li distribuiranno illegalmente verranno multati. La legge lascia uno spiraglio aperto al loro utilizzo "per motivi igienici", presumibilmente per prodotti come carni, salumi o formaggi. Inoltre è consentito l'uso di sacchetti che si biodegradano molto rapidamente.

Entro il 2021 la stessa legge vieterà la distribuzione di cannucce di plastica, cucchiai, capsule per il caffè e altri articoli monouso, così come succederà anche all'interno dell'Unione europea.

I capitolini dovranno quindi tornare a fare ciò che hanno fatto per secoli: portarsi a casa i viveri in panni riutilizzabili, cesti di paglia intrecciata, sacchetti di rete o di fasci di spago. O più semplicemente, in borse della spesa riutilizzabili in fibra sintetica o in fibra di plastica spessa. Queste ultime costano 75 centesimi di pesos, un costo abbordabile per i residenti di Città del Messico, meno per chi vive nelle città più povere: si tratta infati dell'equivalente di un'ora di lavoro per chi ha il salario minimo.

AP Photo/Rebecca Blackwell
Un messicano carica i prodotti acquistati nella sua auto uno ad unoAP Photo/Rebecca BlackwellRebecca Blackwell

In Argentina "el pueblo unido" ha trionfato

Il popolo unito di Mendoza ha vinto. Dopo giorni di proteste massive, il governatore della provincia argentina, Rodolfo Suárez (leader dell'opposizione di centro-destra a livello federale), ha bloccato le modifiche alla legge - approvate 10 giorni fa - che avrebbero permesso alle imprese minerarie l'uso di sostanze chimiche inquinanti - come cianuro, acido solforico e mercurio - nelle miniere. Una vittoria per gli abitanti del distretto, che gridavano allo scandalo per la legittimazione dell'inquinamento e la devastazione ambientale della potente lobby mineraria, vicina alle forze politiche. "La legge è stata abrogata. Abbiamo trionfato", ha detto uno degli organizzatori delle proteste, dopo l'annuncio.

Mendoza è il più grande distretto vinicolo del Paese. Il clima è secco e arido qui e l'attività agricola dipende dall'irrigazione artificiale e dall'acqua del disgelo andino. Il riscaldamento globale ha ridotto notevolmente le dimensioni dei ghiacciai e le precipitazioni sono sempre più scarse. Molti viticoltori si sono uniti alla protesta, proprio perché le sostanze ora vietate avrebbero inquinato i corsi d'acqua con conseguenze catastrofiche per le loro produzioni. #SinAguaNoHayVendimia (senza acqua non c'è vendemmia), l'hashtag che ha invaso Twitter durante i giorni di mobilitazione.

Video editor • Cinzia Rizzi

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Spagna, a Barcellona la manifestazione contro la chiusura delle centrali nucleari

Buenos Aires, allagamenti e disagi per le forti piogge: un uomo trovato morto, cancellati 40 voli

Svizzera, le acque del Lago di Ginevra si riscaldano da 4 a 5 volte più velocemente degli oceani