India: il governo lancia il censimento, sarà una schedatura?

Un altro elemento di tensione sociale arriva in India mentre mezzo Paese è in rivolta contro la legge che apre le porte a migranti provenienti da diversi Paesi asiatici purché non siano musulmani.
Il governo ha deciso di fare un censimento della popolazione e in molti temono che l'operazione nasconda l'intento di schedare per religione e provenienza i cittadini proprio mentre in migliaia ogni giorno sono in strada contro la legge antimuslmani e la repressione cresce.
"Abbiamo lanciato un vasto programma per i cittadini del Paese, il censimento del 2021, tutte le case saranno identificate e catalogate tra aprile e settembre 2020", ha dichiarato il ministro dell'ambiente Prakash Javadekar.
Registro della popolazione, registro della discordia
L'ultimo censimento risale al 2010, stavolta i cittadini dovranno rispondere a 21 domande tra cui luogo e data di nascita dei genitori. Verrà poi sitlato un registro della popolazione (national population register) e da molti viene visto come un passo verso l'estensione a tutti della contestata legge di cittadinanza detta anche anti-musulmani.
Nelle proteste contro la legge di cittadinanza già 23 persone sono morte. Tante le università in rivolta. Centro degli scontri New Delhi e lo Stato nord orientale di Assam dove vivono 32 milioni di musulmani.
L'esecutivo Modi ha sostenuto che la legge sulla cittadinanza è necessaria per proteggere gli immigrati dalle religioni minoritarie perseguitate nei vicini Paesi a maggioranza musulmana.
Secondo il ministro il censimento costerà 87.540 milioni di rupie (circa 1.109 milioni di euro) alle casse indiane, mentre il costo del registro della popolazione ammonterà a 39.410 milioni di Rs (circa 499 milioni di euro).