India: la protesta dei musulmani contro la legge sulla cittadinanza

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Di Stefania De Michele
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Nei giorni scorsi scontri tra studenti e Polizia: almeno 20 morti

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Allāhu akbar, Allah è il più grande e per questo i suoi fedeli non hanno bisogno di una legislazione che li tuteli dalle persecuzioni a causa della loro religione. Così, ma in altre parole, ha disposto il primo ministro indiano, Narendra Modi, nella nuova legge sulla cittadinanza (Citizenship Amendment Bill - Cab), che da due settimane sta scatenando le proteste dei musulmani. Sono almeno 20 le vittime negli scontri di piazza tra studenti e Polizia a New Delhi. Il premier ha convocato una riunione del consiglio dei ministri per discutere della sicurezza nel Paese.

Il contestato provvedimento prevede che possano ottenere la cittadinanza i rifugiati di sei confessioni religiose proveniente dai tre Paesi confinanti con l'India - Pakistan, Afghanistan e Bangladesh - ma esclude i musulmani, che - ha commentato Modi - non hanno nulla di cui preoccuparsi.

"Stanno creando una frattura, stanno tentando di emarginare i 200 milioni di persone", hanno detto i docenti dell'Università musulmana di Aligarh, che hanno marciato pacificamente contro la legge lunedì. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha definito la riforma “essenzialmente discriminatoria.

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