Austria, guida alle elezioni 2019: Kurz governerà con l'estrema destra o con i Verdi?

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Di Sandrine AmielReuters
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Kurz dovrebbe vincere e tornare a governare con l'ultradestra FPÖ. Occhio però alla possibilità di una coalizione "giamaica" con Verdi e liberali.

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Domenica 29 settembre l'Austria torna alle urne, prima della scadenza naturale del mandato, per ovviare all'implosione della coalizione conservatrice formata nel 2017 dall'ex cancelliere Sebastian Kurz e dall'ormai ex alleato, Heinz-Christian Strache.

Il wunderkind Kurz, il ragazzo prodigio diventato a 31anni il più giovane leader europeo, è primo nei sondaggi e viaggia a vele spiegate verso la rielezione. Cionostante, avrà comunque bisogno di partner di maggioranza se vorrà riuscire a governare. Non è ancora chiaro se si rivolgerà ai vecchi alleati di estrema destra, il Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), oppure cercherà nuove alleanze.

L'ex vice-cancelliere e presidente di FPÖ, Strache, è stato costretto alle dimissioni nel maggio scorso dopo l'Ibiza-gate, lo scandalo del video in cui l'ex leader di destra veniva filmato mentre cercava appoggi russi per la sua campagna politica in cambio di contratti pubblici.

Dopo la diffusione di quelle immagini, il governo di coalizione ha ceduto per le pressioni interne e dell'opinione pubblica e sono state indette nuove elezioni.

Il partito popolare di Kurz (OVP) è in testa alle preferenze di voto con una percentuale del 34%. La popolarità dell'ex cancelliere non sembra essere stata macchiata dallo scandalo Ibiza.

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"È riuscito a farsi passare come una vittima di questo scandalo, la gente non percepisce un suo coinvolgimento", l'opinone di Paul Schmidt, segretario generale della Società austriaca per le politiche europee, intervistato da Euronews.

"Gli elettori delusi del FPÖ si sposteranno principalmente verso l'OVP", ritiene l'analista politico Peter Filzmaier. Costui spiega che il calo di sei punti del FPÖ rispetto alle ultime elezioni sembra andare a tutto vantaggio del partito di Kurz. "Chi ha votato FPÖ ed è un elettore di destra ed è indignato da Ibiza... a chi altro potrebbe rivolgersi?"

Tra i suoi fan Kurz mantiene "un'immagine molto forte e positiva", aggiunge Schmidt. Molte persone sono d'accordo con le sue politiche e vogliono che le continui, indica l'esperto. "La struttura del Partito Popolare in Austria offre una base molto forte per condurre una campagna elettorale di successo". A questo proposito, cita la solida struttura partitica a livello regionale e l'abilità nel cercare finanziatori dei suoi funzionari.

Se i sondaggi si dimostreranno accurati, Kurz avrà "tutte le carte in mano" per scegliersi il miglior partner di coalizione, pescando dal mazzo dell'intero spettro politico, afferma Schmidt.

Un'altra coalizione con il FPÖ sembra essere lo scenario più realistico

Secondo l'analista politico, questa sembra essere l'ipotesi più probabile - almeno allo stato attuale delle cose.

Ora al posto di Strache, alla testa del partito, c'è Norbert Hofer, 48 anni, ex ministro dei trasporti del governo Kurz. Considerato un nazionalista ortodosso, è apertamente contrario al matrimonio gay e all'accoglienza dei migranti che definisce senza mezzi termini "invasori".

FPÖ è dato intorno al 20%: un'eventuale seconda alleanza tra i due ex soci aprirebbe la strada ad un nuovo esecutivo Kurz dotato di una maggioranza forte. "Sarebbe la strada più facile per Kurz", dice Schmidt. Entrambe le parti condividono molti punti del programma, tra cui la linea dura sull'immigrazione.

FPÖ naturalmente non vede l'ora di tornare a governare con l'ex alleato. In un video uscito durante la campagna elettorale si vede Hofer in "terapia di coppia" con Kurz, mentre pronunciano all'unisono: "Abbiamo molte idee in comune".

Il fatto che FPÖ sia oggi più debole rispetto al 2017 potrebbe giocare a vantaggio di Kurz, ritiene Schmidt, e i popolari potranno godere della golden share del nuovo esecutivo.

Tuttavia, l'opzione OVP+FPÖ non è certo priva di rischi. All'inizio di questa settimana, il partito è stato colpito da un nuovo scandalo "spese pazze". Protagonista: ancora una volta l'ex leader Heinz-Christian Strache. "Ci sono dei rischi a livello di stabilità perché FPÖ è a rischio scissione". Se FPÖ seguirà la strada del PD italiano, "l'Austria potrebbe tornare alle urne prima di quanto pensiamo".

Una coalizione 'giamaicana' è ancora possibile

La cosiddetta "coalizione giamaicana" tra conservatori, i verdi e i liberali potrebbe offrire a Kurz un'alternativa. I Verdi sono dati attualmente al 13%: la preoccupazione ambientale è al momento in cima alla lista di priorità segnalate dagli austriaci.

Il candidato di punta dei Verdi, Werner Kogler, con un cartello che dice: "Abbiamo solo preso in prestito la terra dai nostri bambini" - REUTERS/Lisi Niesner

"Abbiamo già visto durante le elezioni europee che la questione immigratoria è alle spalle: il problema numero uno ora è il clima", ritiene Schmidt. Una freccia nella faretra di chi sostiene l'alleanza tra Kurz e i Verdi come alternativa a quella con l'ultradestra.

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Il partito liberale Neos è dato intorno all'8% e potrebbe essere decisivo, in questo scenario, per avere una maggioranza stabile di governo.

La coalizione "giamaicana", mai sperimentata finora nel paese, ben calzerebbe con l'idea che Kurz vuole dare di sé di modernizzatore - a dispetto della sua agenda conservatrice. "Rivoluzionerebbe completamente la sua immagine", indica Schmidt. Ma una coalizione a tre teste sarebbe anche più difficile da gestire, per il cancelliere.

Ci potrebbero essere frizioni con i Verdi per questioni climatiche e questi ultimi scenderebbero davvero poco volentieri a compromessi, aggiunge l'analista; al contrario, i liberali condividono l'agenda molto favorevole alle imprese di Kurz e sono molto interessati alla questione trasparenza. Occhio, però: sostengono politiche pro-europee e quindi potrebbero trovare terreno di scontro con i conservatori.

Grande coalizione con i socialdemocratici? Improbabile

Allearsi con i socialdemocratici (SPO), il partito con cui i conservatori hanno condiviso il potere per decenni, è matematicamente possibile ma davvero improbabile. "Non vedo molti punti di contatto, anche alla luce del fatto che [Kurz] ha sempre ritenuto la Grande coalizione austriaca responsabile del blocco delle riforme", l'opinione di Schmidt. "Sarebbe difficile. Non impossibile, ma difficile".

Thomas Hofer, commentatore politico, la mette così: "Fondamentalmente deve scegliere tra la peste, il colera e forse anche Ebola".

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Implicazioni europee

Quando è stato formato nel 2017, il governo di coalizione guidato da Kurz e Strache era l'unico nell'Europa occidentale ad includere l'estrema destra. Il paese è stato in prima linea nell'ondata nazionalista che da allora ha spazzato l'Europa: gli esempi più recenti sono l'ormai defunta coalizione populista tra Lega e Cinque Stelle in Italia, o l'ascesa dei Democratici svedesi anti-immigrazione (SD).

Le elezioni austriache saranno quindi seguite da vicino a Bruxelles e nelle altre capitali europee.

"Affinché l'Austria diventi un attore europeo più proattivo, sarebbe probabilmente interessante avere una coalizione in stile giamaicano o addirittura una grande coalizione con i socialdemocratici", dice Schmidt. "Un'alleanza con FPÖ potrebbe portare a volontà di cambiamenti nei trattati UE, potrebbe mettere in discussione il principio di sussidiarietà e valutare l'opportunità di nazionalizzare alcuni portafogli europei. In una coalizione tra conservatori e estrema destra, saranno gli affari europei a doversi piegare ad una agenda nazionale".

"Ma tenete presente che, allo stato attuale delle cose, che i conservatori già si attribuivano i ministeri europei nella scorsa legislatura. Ora che avranno più forza e che FPÖ ha perso voti, questa tendenza sarà ancora più accentuata".

La grande incognita è rappresentata da quel terzo di elettorato che si dice ancora indeciso. "Sappiamo chi sarà il grande vincitore, questo è certo, ma per gli altri partiti tutto è ancora in ballo e regna un certo senso di incertezza".

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