15esimo week-end di proteste, anche con un sit-davanti al Consolato britannico, chiedendo l'intervento di Londra per salvare Hong Kong. Oggetto di contesa sono i passaporti per i British National Overseas, che non permettono la residenza inglese ai cittadini dell'ex colonia.
HONG KONG (CINA) - Incendio all'ingresso della stazione Wan Chai della metropolitana.
Scontri sempre piu violenti a Hong Kong.
E' stato il 15° week-end consecutivo di proteste, nell'ex colonia britannica, ora territorio cinese.
Migliaia di manifestanti, in gran parte vestiti di nero e con l'ormai simbolico ombrello, hanno sfidato il divieto della polizia, partecipando alla marcia pro-democrazia organizzata dal Civil Human Rights Front, partita dall'area commerciale di Causeway Bay e diretta verso Central, la zona delle sedi governative e istituzionali.
La polizia ha usato i lacrimogeni e i cannoni ad acqua caricati con uno speciale colorante blu per disperdere i manifestanti, con i quali ci sono stati scontri soprattutto ad Harcourt Road.
I manifestanti hanno bloccato l'ingresso alla stazione della metropolitana di Admiralty e hanno distrutto le telecamere di sorveglianza.
Il Regno Unito: critiche e speranze
Il corteo di protesta ha inscenato un sit-davanti al Consolato britannico, sventolando molte bandiere del Regno Unito, chiedendo di fatto l'intervento di Londra per salvare Hong Kong, colonia inglese fino al 1997.
Oggetto di contesa sono, tra l'altro, i passaporti per i British National Overseas (BNO), dati ai residenti dell'ex colonia, che consente ai possessori il libero accesso alla Gran Bretagna, ma non la residenza.
La scorsa settimana, circa 130 parlamentarI britannici hanno sottoscritto una lettera inviata al ministro degli Esteri Dominic Raab, sollecitando gli Stati del Commonwealth a dare ai residenti di Hong Kong la seconda cittadinanza.
Un mossa seguita alla freddezza mostrata dallo stesso Raab all'ipotesi di "correggere" il passaporto BNO.
Nella vicina Macao, altra ex colonia, il Portogallo ha dato la piena cittadinanza nati prima di una certa data, prima comunque della restituzione dei territori alla Cina del 1999.
Una completa richiesta di riforme
Le proteste, iniziate a giugno contro la controversa legge sulle estradizioni in Cina, finalmente ritirata in via ufficiale a inizio mese dalla governatrice Carrie Lam, si sono trasformate progressivamente nella richiesta di una serie riforme (a partire dalla richiesta del suffragio universale), di indagini indipendenti sull'operato violento della polizia e di maggiore distanza dalla Cina.