I Paesi dell'Ue hanno deciso di eliminare gradualmente le importazioni di gas russo, con l'obiettivo di uno stop totale a partire dal 2027. Nel contesto della guerra in Ucraina, l'obiettivo è di porre fine alla dipendenza dalla materia prima proveniente dalla nazione di Vladimir Putin
Nel corso di una riunione a Bruxelles, i rappresentanti dei governi degli Stati membri dell'Unione europea e del Parlamento europeo hanno deciso di attuare una graduale eliminazione delle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dall'inizio del 2026 e via gasdotto a partire dal 2027. La scelta è stata annunciata in una comunicazione ufficiale del Consiglio dell'Unione europea.
Obiettivo: rendere più difficile il finanziamento della guerra in Ucraina
Lars Aagaard, ministro danese per il clima, l'energia e i servizi di pubblica utilità, la cui nazione è presidente di turno, ha dichiarato: "Dobbiamo porre fine alla dipendenza dal gas russo e un divieto permanente è un passo importante nella giusta direzione".
L'Unione europea punta a rendere più difficile per la Russia continuare a finanziare la sua guerra contro l'Ucraina.
L'accordo raggiunto tra i Paesi membri mira anche a creare quadro giuridico più chiaro. Le sanzioni contro Mosca devono essere prorogate ogni sei mesi e ciò richiede sempre l'unanimità degli Stati membri. Tuttavia, le modifiche legali ora previste per quanto riguarda le importazioni di gas dalla Russia si applicheranno in modo permanente.
Eccezioni per Ungheria e Slovacchia
Slovacchia e Ungheria possono continuare a importare petrolio russo per il momento. L'anno prossimo la Commissione europea presenterà un piano per eliminare gradualmente le importazioni di questi due Paesi entro la fine del 2027.
I due Paesi sono gli unici tra quelli dell'Ue che ancora si riforniscono di petrolio dalla Russia e dipendono fortemente anche dalle forniture di gas naturale. In passato, Ungheria e Slovacchia avevano ripetutamente bloccato le sanzioni contro Mosca e i piani per sostenere l'Ucraina.
Nessun rischio per i consumatori, assicura la Commissione europea
Secondo la Commissione europea, il mancato utilizzo di gas russo non comporta alcun rischio per la sicurezza degli approvvigionamenti. Secondo Bruxelles, ci sono abbastanza altri fornitori sul mercato mondiale. I consumatori non dovrebbero preoccuparsi dell'aumento dei prezzi del gas.
L'accordo contiene anche una sorta di clausola che entra in vigore se la sicurezza dell'approvvigionamento di un Paese europeo fosse messa a rischio. Concretamente, se uno Stato membro dichiarasse lo stato di emergenza, sarebbero consentite forniture limitate.