Scuole riaperte da lunedì, ma molti genitori non si fidano ancora a mandare i propri figli in classe. E a soffrire della situazione è anche il settore turistico
Si cerca di tornare alla normalità in Kashmir, dopo il parziale allentamento delle restrizioni imposte nella regione a maggioranza musulmana. Da lunedì le scuole pubbliche sono riaperte e una parte degli studenti è tornata sui banchi. In quest'istituto islamico di Srinagar, capitale dello Stato, si può finalmente studiare di nuovo, come spiega questo allievo: "C'era il coprifuoco, tutte le scuole erano chiuse e non avevamo i corsi, quindi. Ora finalmente siamo di nuovo qui e possiamo tornare a imparare".
Alcuni genitori non si sentono ancora sicuri
Non tutti i genitori, però, hanno lasciato i propri figli andare a scuola. Alcuni, infatti, temono lo scoppio di altre violente proteste. "Una volta che la situazione sarà migliore, solo allora manderemo i nostri figli in classe, perché in questo momento non ci sentiamo in sicurezza, non c'è protezione. Questo è il punto", spiega un padre.
Soffre anche il settore turistico
Intanto in Kashmir, da quando il governo indiano ha deciso di togliere allo Stato l'autonomia, a soffrire è anche il settore turistico. Nella capitale, sullo scenografico Dal Lake, fino a due settimane fa era comune vedere le shikara, le tradizionali imbarcazioni di legno, cariche di visitatori. E gli hotel o i negozi galleggianti pieni di gente. Oggi ai turisti viene sconsigliato visitare la regione, fatto che causa così ulteriori danni all'economia locale.