Uber e Cabify dicono addio a Barcellona

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Di Giulia Avataneo  & Cristina Giner
Uber e Cabify dicono addio a Barcellona

Autisti di Uber e Cabify in sciopero a Barcellona dopo il nuovo regolamento imposto dal governo regionale catalano. D'ora in poi gli utenti dovranno prenotare le auto con 15 minuti di anticipo. Un vincolo che, secondo i conducenti, mette a rischio 3mila posti di lavoro.

"I taxi hanno messo sotto scacco la città - dice Fernando Gatell, direttore generale di Vector Ronda e autista della piattaforma Cabify - hanno vinto la loro battaglia facendo passare una legge su misura".

I tassisti hanno invaso le strade della Spagna per chiedere un limite alle autorizzazioni di vetture con conducente, nella misura di una ogni 30 licenze di taxi. E ora annunciano una tregua.

"Abbiamo vinto la battaglia ma non la guerra - spiega Albert Balast, tassista - Vediamo quanto dura. Almeno saremo tranquilli per un po', ma se il governo cambia idea, si vedrà. Ci sono molti interessi in gioco, e anche molta corruzione".

Serve una transazione pacifica

Secondo gli esperti, i governi europei dovrebbero favorire una transazione tra i due settori:

"Da un lato abbiamo i taxi con un modello obsoleto e tradizionale - osserva David Ortega, Analista EADA - Business School Barcellona - che stanno esercitando forti pressioni e questo si ripercuote sui clienti. Ma dall'altro, i servizi privati hanno un modello di business che irrompe sul mercato, con l'obiettivo di conquistarne una fetta consistente. Quando i legislatori se ne rendono conto è molto difficile prendere decisioni".

Per il momento i taxi sono gli unici veicoli in funzione a Barcellona, dice Cristina Giner, corrispondente di Euronews a Barcellona. Le piattaforme online accusano il governo regionale catalano di chiudere un occhio sui 15 minuti di attesa concordati se accetteranno il decreto.