Meno carne e più verdure e noci per salvare il pianeta

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Di Euronews
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Non sono più solo gli esperti della dieta a chiedere di cambiare abitudini alimentari. Per poter sfamare 10 miliardi di esseri umani nel 2050 bisogna chiudere gli allevamenti intensivi e privilegiare cibi senza grassi animali

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La trasformazione della dieta alimentare mondiale non è un'opzione ma una necessità per poter nutrire quelli che saranno i 10 miliardi di abitanti della Terra nel 2050. Indietro tutta col consumo di carni e zuccheri, avanti tutta coi consumi di frutta, verdura e noci. Ecco le linee guida. A dirlo sono ormai in tanti non soltanto gli specialisti di una dieta sana.

Un sistema alimentare da cambiare

Johan Rockström, direttore aggiunto del Potsdam Institute for Climate Impact Research: "Sul piano scientifico possiamo dire che abbiamo un sistema alimentare dissestato nel mondo che è la causa della rapida e malsana mortalità antagonista delle aspettative di vita. Ma è anche la causa maggiore dei rischi ambientali in rapida crescita, potenzialmente catastrofici. Quindi la transizione del sistema della nutrizione mondiale verso alimenti sani e sostenibili è una necessità assoluta per le persone e per il pianeta".

I numeri della dieta

Al fine di proteggere la salute e l'ambiente bisognerebbe mangiare circa 300 grammi di verdure, 200 grammi di frutta, 200 grammi di semi e solo 14 grammi di carne rossa al giorno.

Walter Willett, Professore di Epidemiologia e Nutrizione alla Harvard University: "Suggeriamo di incrementare il consumo di noci, legumi, soia compresa, perché questi alimenti non solo sostituiscono la carne rossa, ma sono benefici per la salute, hanno grassi sani, molti minerali, vitamine e fibre. Questa dieta è salutare perchè non implica solo la riduzione della carne rossa e i latticini, ma li sostituisce con molti alimenti che le persone consumano poco e che invece sono benefici".

L'impatto ambientale

Il problema dell'attuale industria alimentare con gli allevamenti intensivi è una minaccia insostenibile per via dellla massiccia produzione di C02 con grave rischio climatico in una sistuazione già considerata molto preoccupante.

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