Amnesty International: torna la paura del diverso. Nel rapporto annuale divisioni, paura e odio

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Di Euronews
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Secondo l'organizzazione internazionale in Europa situazione simile a quella degli anni Trenta del secolo scorso

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Gli uni contro gli altri, la retorica della divisione e la mancanza di umanità nelle leadership mondiali ha portato alla distruzione della vita e dei beni come mai era stato negli ultimi 70 anni.

Amnesty International just went there: New report compares politics today to the 1930s https://t.co/jensu9ffqkpic.twitter.com/uUyk4LAm13

— Itslikethathuh (@bonnygibblets) February 22, 2017

Il rapporto di Amnesty International non fa sconti a nessuno neanche all’Italia. Che malgrado sia in prima linea nell’accogliere i migranti, per l’organizzazione alimenta questa dialettica di demonizzazione del diverso.

I migranti sono il cuore del rapporto di Amnesty 2016-2017, che consta di oltre 500 pagine.

Malgrado l’accordo firmato con la Turchia nel marzo del 2016, la crisi dei migranti è una delle maggiori difficoltà con cui ha dovuto confrontarsi l’Europa.

Nel 2016, il numero dei migranti che hanno raggiunto le coste europee è notevolmente diminuito rispetto all’anno precedente. Tuttavia 5000 persone sono morte in mare, (contro le 3700 nel 2015).

E in un’Europa dove prevale un sentimento di paura, proteggersi con barriere tutt’altro che simboliche sembra essere la prassi. È così che anche nel Vecchio Continente proliferano muri e barriere.

L’Ungheria, in questo, fa scuola. Budapest ha peraltro rifiutato il dispositivo delle quote con cui
Bruxelles voleva suddividere tra gli Stati membri almeno 120 000 profughi, per allegerire il fardello che pesava sulle spalle di Grecia e Italia.
Appena 6000 migranti hanno lasciato la Grecia per una nuova sistemazione in Europa; 2000 invece l’Italia.

Amnesty International Report 2016/17 has been launched. It's available online https://t.co/LxpF7M5teEamnesty</a> <a href="https://twitter.com/AmnestyEARO">AmnestyEARO. #AIR17pic.twitter.com/29FkqXvrof

— #BMUnBounded (@bonifacemwangi) February 22, 2017

La situazione in Turchia dopo il fallito colpo di Stato fa temere per diritti che ormai si davano per acquisiti, dalla società occidentale, come la libertà di espressione e di stampa: nonostante il governo respinga ogni addebito Ankara è accusta di tortura, purghe, licenziamenti di funzionari pubblici e giornalisti. Ma non è tutto, in molti Paesi europei, come Regno Unito e Francia, Amnesty teme che con il pretesto di tutelare la sicurezza dei cittadini, ci sia una limitazione di fatto delle libertà civili.

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