I bambini guerrieri dell'Isil

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I bambini guerrieri sono uno dei lati più oscuri di molte guerre. In Africa, come qui in Medio Oriente. Dove lo Stato Islamico li strappa a famiglia

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I bambini guerrieri sono uno dei lati più oscuri di molte guerre. In Africa, come qui in Medio Oriente. Dove lo Stato Islamico li strappa a famiglia e scuola già all’età di sei anni. Facilmente manipolabili, il più delle volte si presentano ai loro carnefici spontaneamente.

Assistono in prima fila all’esecuzioni di condanne a morte, il loro sangue è usato per le trasfusioni dei feriti dell’Isil. Usati come infiltrati, sono addestrati anche per diventare dei kamikaze.

“Ci insegnano a tagliare le gole e a farci esplodere. Facciamo piegare la testa da un un lato e tagliamo con il coltello lungo il collo. Per quanto riguarda la cosa che è legata intorno alla vita, ci viene detto di tirare su un pezzo di metallo che provocherà l’esplosione.
Ci insegnano anche a azionare una granata e lanciarla immediatamente o esploderemo anche noi”.

Non esistono cifre, numeri, ma stando a dati delle Nazioni Uniti, l’addestramento dei bambini nei campi dell’Isil è un fenomeno di ampie proporzioni.

“Tutti coloro che terminano il primo addestramento al campo, devono superare una formazione ancora più dura, prima di essere mandati a Kobane. Ci istruiscono, ci dicono di combattere gli Yazidis e di ucciderli, perché sono degli infedeli e se muori andrai in paradiso e loro all’inferno”.

A seconda dell’età, questi giovanissimi ricevono un indottrinamento religioso, l’addestramento arriva solo in un secondo momento.

“Eravamo oltre 80 bambini Yazidi oltre a quelli musulmani, l’età era compresa tra i 5/6 anni e i 15. Mio cugino che ha 15 anni è ancora lì”.

“Eravamo addestrati da mattina a sera all’Istituto Faruq per bambini e i nostri video così come le nostre foto venivano postate su FB.
Ci insegnano la religione e chi non impara è punito, le punizioni prevedono anche le botte e rimanere sotto il sole. Ci svegliano alle 4 del mattino per pregare chi non lo fa è punito. Il cibo è cosa da poco. Mangiamo una volta al giorno”.

Stando a testimonianze raccolte da investigatori dell’Onu, nelle città irachene di Mosul e di Tall Afar è sempre più comune vedere bambini imbracciare fucili più grandi di loro e vestititi con l’uniforme dello Stato islamico.

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