I farmaci generici scarseggiano in Spagna mentre l'Unione Europea cerca di ridurre la dipendenza dai medicinali prodotti in Asia. Ma produrre nel continente continua a costare troppo e competere con la Cina è una sfida complessa
In Spagna mancano centinaia di tipi diversi di farmaci. Le autorità sanitarie hanno affermato la maggior parte delle terapie saranno garantite, ma la questione rivela un problema strutturale: la forte dipendenza dalla Cina per la produzione dei farmaci.
Il 3,5 per cento dei farmaci messi in commercio in Spagna nella seconda metà del 2024 ha avuto problemi di approvvigionamento nel Paese, secondo i dati del Centro de información de medicamentos (Cima) e dell'agenzia spagnola dei medicinali e dei prodotti sanitari (Aemps).
Si tratta di carenze e difficoltà di reperimento che hanno coinvolto 1,159 formulazioni (diversi formati o confezioni di uno stesso farmaco).
Il 6,9 per cento di queste formulazioni è stato classificato come ad alto impatto sanitario. Ciò significa che non ci sono terapie alternative disponibili.
Molte di queste interruzioni sono dovute alla mancanza di principi attivi farmaceutici (Api), la cui produzione è concentrata in Asia.
Diversi rapporti europei stimano che tra il 60 per cento e l’80 per cento dei principi attivi utilizzati dalle aziende farmaceutiche in Europa provengano da Cina eIndia. Ciò significa che un singolo incidente, che sia un problema in una fabbrica cinese o una crisi logistica globale, può mettere a rischio le forniture di farmaci in Spagna e in Europa.
Già nel 2022 il Real Instituto Elcano ha avvertito che gli approvvigionamenti della Spagna "dipendono in modo critico dalla Cina", in particolare nei settori strategici come quello farmaceutico. Bruxelles, dal canto suo, ha riconosciuto che questa dipendenza limita l'autonomia sanitaria dell’Unione.
Gli esperti, tuttavia, hanno precisato che non tutti i medicinali con problemi di fornitura rappresentano un rischio per i pazienti. In molti casi esistono alternative terapeutiche o equivalenti generici, riducendo l’impatto clinico.
Il problema delle forniture riguarda i farmaci generici
"Il problema delle forniture è ampio: può essere dovuto a un ritardo logistico, a un farmaco specifico o a un aumento improvviso della domanda per quel prodotto. Ma non sempre questo si traduce in una vera e propria carenza", ha spiegato a Euronews Emili Esteve, direttore del dipartimento tecnico di Farmaindustria.
I medicinali davvero critici, ha sottolineato Esteve, sono quelli senza alternativa terapeutica, la cui assenza compromette direttamente l’assistenza sanitaria. L'80 per cento dei problemi nelle forniture registrati nel 2024 non ha comportato un rischio clinico grave, secondo l'Aemps.
"Nella maggior parte dei casi, i pazienti non subiscono conseguenze, perché esistono equivalenti generici", ha affermato Esteve. "I farmaci coperti da brevetto di solito non hanno problemi con il principio attivo, perché vengono prodotti principalmente in Europa o negli Stati Uniti".
La situazione è diversa nel caso dei farmaci generici. "Quando un prodotto entra nel mercato dei generici, i prezzi scendono e l’Europa non è capace di sostenere questo tipo di produzione, che si è spostata in gran parte verso l’Asia".
Dietro le carenze di farmaci ci sono quattro problemi
Tra le cause più comuni delle difficoltà di approvvigionamento, Esteve ha individuato quattro fattori: tecnici, logistici, amministrativi ed economici.
"Un farmaco richiede molti componenti: principio attivo, eccipienti, flacone, foglietto illustrativo, tappo e altro. Se manca uno solo di questi elementi, il prodotto non può essere commercializzato. Se un tappo viene prodotto in Asia e non arriva, non esiste una sostituzione immediata, perché ogni modifica richiede un'autorizzazione amministrativa".
A ciò si aggiungono i problemi logistici globali, dal blocco delle rotte marittime alle guerre, e i limiti ai prezzi imposti in Spagna e in altri Paesi europei. “I medicinali hanno prezzi fissati dal governo, per cui se i costi di produzione aumentano le aziende non possono alzare i prezzi dei prodotti. Questo riduce la capacità di fornitura".
Negli ultimi anni, la Cina ha rafforzato i controlli sulle esportazioni di prodotti chimici e farmaceutici. Questo ha causato ritardi nelle forniture e un aumento dei costi di produzione. La pandemia ha evidenziato la fragilità del sistema: la chiusura temporanea di alcune fabbriche asiatiche è stata sufficiente a causare carenze in tutta Europa.
L'Unione Europea ha adottato il Critical Medicines Act per affrontare le carenze di farmaci
La preoccupazione è condivisa a livello europeo. La Corte dei conti europea ha avvertito in un recente rapporto che l’Unione Europea non ha ancora trovato una soluzione efficace alla carenza cronica di farmaci, che tra il 2023 e il 2024 ha raggiunto livelli senza precedenti.
La mancanza di autonomia farmaceutica rappresenta un problema strutturale per l'Unione Europea che, secondo la Corte, ha sollecitato una risposta coordinata per rafforzare la produzione interna e la trasparenza delle forniture.
Per ridurre questa vulnerabilità, il governo spagnolo ha aderito alla Legge europea sui medicinali critici (European Critical Medicines Act), che mira a incentivare la produzione locale di farmaci essenziali e a diminuire la dipendenza dall’estero. Il piano prevede incentivi fiscali e semplificazione amministrativa per le aziende che producano all’interno dell'Unione Europea.
La Spagna ha pubblicato a giugno 2025 il Piano di garanzia dell'approvvigionamento di medicinali 2025-2030, che prevede misure di prevenzione delle carenze per individuare le vulnerabilità nella produzione e nella distribuzione e incentiva la produzione su territorio nazionale.
La sfida però rimane complessa. La produzione in Europa ha costi più elevati rispetto a Paesi come la Cina.
In questo scenario, gli esperti hanno chiesto una strategia a lungo termine che combini la sostenibilità economica con la sicurezza sanitaria.
Una cosa, tuttavia, appare chiara: la sanità pubblica europea non può ancora fare a meno delle fabbriche cinesi, ma l’autonomia farmaceutica è ormai una priorità politica destinata a segnare l’agenda sanitaria del prossimo decennio.