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Fact-checking: i manifestanti in Bulgaria non protestano contro l'adozione dell'euro

Foto AP/Valentina Petrova
Foto AP/Valentina Petrova Diritti d'autore  AP Photo
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Di Tamsin Paternoster & Noa Schumann & James Thomas
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Una campagna di disinformazione online ha cercato di attribuire le recenti proteste in Bulgaria a movimenti anti-europeisti e contro la moneta unica. In realtà, i giovani bulgari sono scesi in piazza contro la corruzione diffusa

Diversi post online hanno diffuso narrazioni fuorvianti sulle cause delle proteste in Bulgaria, nel tentativo di adattarle a posizioni anti-europee.

Secondo un post su X visualizzato più di 80mila volte, il "governo pro-Ue della Bulgaria si è dimesso" dopo le proteste e l'adesione alla zona euro sarebbe stata annullata.

Un altro post ha parlato di "caduta del governo socialista" della Bulgaria, mentre altri hanno presentato le dimissioni dell'esecutivo come dimostrazione che il potere appartiene al popolo bulgaro e non a burocrati europei a Bruxelles.

Queste ricostruzioni sono fuorvianti rispetto alla natura reale delle proteste anticorruzione, guidate in larga parte dai giovani, che la settimana scorsa hanno portato alle dimissioni del primo ministro Rosen Zhelyazkov.

Cosa sta succedendo in Bulgaria?

Dalla fine di novembre la Bulgaria è attraversata da proteste senza precedenti, con decine di migliaia di persone, soprattutto giovani, scese in piazza.

Non si tratta della prima crisi del Paese: con le dimissioni del governo Željazkov, la Bulgaria ha registrato il nono esecutivo caduto negli ultimi cinque anni, a conferma della persistente instabilità politica di Sofia.

Le manifestazioni non avevano tuttavia un carattere apertamente anti-europeo. La causa scatenante è stata una proposta di bilancio che prevedeva l’aumento di tasse e contributi previdenziali per finanziare una maggiore spesa pubblica.

La proposta è stata ritirata ma la protesta non si è fermata. A alimentare il malcontento è stata soprattutto la crescente indignazione per la corruzione percepita all’interno dell’élite politica e per il suo impatto sulle condizioni di vita dei cittadini, in particolare dei più giovani, che sono scesi in piazza per chiedere un sistema sanitario più efficiente e maggiori opportunità di lavoro.

Gran parte della rabbia dei manifestanti sembra essere diretta contro Boyko Borisov, ex primo ministro per tre volte tra il 2009 e il 2021 e leader del partito di centro-destra Gerb al governo, e contro Deylan Peevski, il cui partito Dps-Novo Nachalo ha garantito sostegno parlamentare alla precedente coalizione.

L'agenzia di stampa nazionale bulgara Bta ha riferito che la sera delle dimissioni di Zhelyazhov si è tenuta una grande manifestazione con lo slogan "Dimissioni! Peevski e Borisov fuori dal potere".

Tra gli slogan più ricorrenti si è registrato anche "Avete fatto arrabbiare la generazione sbagliata" e "In Bulgaria sta crescendo una generazione che non vuole emigrare e faremo di tutto per restare".

Manifestanti in piazza contro le misure di austerità previste dal piano di bilancio 2026, a Sofia, lunedì 1 dicembre 2025. (Foto AP/Valentina Petrova)
Manifestanti in piazza contro le misure di austerità previste dal piano di bilancio 2026, a Sofia, lunedì 1 dicembre 2025. (Foto AP/Valentina Petrova) AP Photo

Sul tema dell’euro l’opinione pubblica resta divisa. Un sondaggio commissionato dal ministero delle Finanze lo scorso giugno indica che il 48 per cento dei cittadini è contrario all’adozione della moneta unica, contro il 46,5 per cento favorevole.

Diverse inchieste hanno inoltre identificato la diffusione di campagne di disinformazione sui social, finanziate da Mosca, volte a indebolire il consenso sull’euro.

Ciononostante, dai media bulgari e dai messaggi emersi durante le proteste risulta che il fulcro delle mobilitazioni sia stato la lotta alla corruzione e il miglioramento delle condizioni di vita, più che una contestazione diretta dell’Unione europea.

Fuorviante anche la definizione dell’esecutivo come "socialista": la coalizione era composta dal partito di centrodestra Gerb, dal Partito socialista bulgaro e dai suoi alleati, oltre che dal partito nazionalista "There Is Such a People" (C'è un tale popolo).

"Le proteste non sono anti-euro", ha spiegato a The Cube, il team di fact-checking di Euronews, l’attivista e studente Martin Atanasov. "Ci sono opinioni diverse, ma l’opposizione all’euro non è il messaggio centrale del movimento".

"Ciò che unisce i manifestanti è la richiesta di trasparenza, fiducia e governance responsabile".

Contrariamente a quanto sostenuto dai post virali, le proteste e la caduta del governo non hanno avuto al momento alcun impatto sull'adesione della Bulgaria alla zona euro, prevista da gennaio 2026, ha confermato un portavoce della Commissione europea.

La Bulgaria è un Paese vulnerabile alla disinformazione russa

Diverse indagini hanno indicato che la Bulgaria è particolarmente esposta alla disinformazione russa.

Uno studio del Centre for Information, Democracy and Citizenship dell’American University in Bulgaria ha evidenziato come il Paese sia colpito in modo sproporzionato dalla rete Pravda, un ecosistema di oltre 190 siti web impegnati nella diffusione di narrazioni vicine al Cremlino.

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