Tramite nuove simulazioni di focolai di influenza aviaria, gli scienziati hanno mostrato come l'epidemia potrebbe diffondersi tra gli esseri umani
Un gruppo di scienziati ha creato una simulazione per mostrare come l'influenza aviaria potrebbe diffondersi tra gli esseri umani se non vengono adottate le corrette misure di vaccinazione e confinamento.
I ricercatori hanno ampiamente messo in guardia da una possibile futura pandemia causata da quella che hanno chiamato "malattia X", un'infezione che ha origine negli animali e che poi si diffonde nell'uomo.
Un candidato per tale malattia è l'influenza aviaria altamente patogena (Hpai), comunemente chiamata influenza aviaria, come hanno avvertito gli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
La ricerca, condotta dall'Università Ashoka e pubblicata su Bmc Public Health, esamina la velocità con cui un'epidemia potrebbe aggravarsi una volta iniziata la trasmissione da uomo a uomo. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), finora non ci sono state segnalazioni in tal senso.
L'esperimento che mostra come l'aviaria potrebbe dare il via a una pandemia
Nel suo ultimo rapporto di questo mese, l'agenzia sanitaria ha affermato che l'entità e l'estensione geografica di questi rilevamenti sono senza precedenti per questo periodo dell'anno, in particolare negli uccelli selvatici.
Negli ultimi cinque anni l'influenza aviaria si è diffusa a livelli elevati in tutto il mondo, anche negli uccelli selvatici e di allevamento dell'Unione europea. Negli ultimi anni si è diffusa anche nei visoni, nei gatti, in un orso in cattività e in altri mammiferi, aumentando il rischio che il virus possa raggiungere le persone.
La simulazione ricrea un piccolo villaggio nello stato di Tamil Nadu, nel sud dell'India, una regione che ospita più di 1.600 allevamenti di pollame con oltre 70 milioni di polli.
Gli scienziati hanno iniziato con un piccolo numero di uccelli infetti e nessun uomo infetto. Hanno ricreato un focolaio in un allevamento di pollame, mostrando due scenari: quando i volatili infetti vengono rapidamente contenuti, nessun essere umano viene infettato; tuttavia, se non si procede all'abbattimento o si arriva troppo tardi, diversi lavoratori vengono infettati.
In molti scenari della simulazione, non succede nulla: il virus non raggiunge mai le persone, soprattutto quando i volatili infetti vengono abbattuti precocemente, in modo che il gregge venga rimosso prima del picco di infezioni e il rischio per gli esseri umani scenda a zero. Ma in altri casi, uno o due lavoratori agricoli, dopo un periodo di latenza di tre giorni, diventano infettivi per circa sette giorni, tornando a casa ogni sera per infettare i membri della famiglia.
L'importanza della quarantena per evitare la diffusione dell'influenza aviaria
La simulazione mostra che c'è una piccola finestra, tra circa due e dieci casi rilevati, in cui il controllo è ancora possibile prima che il virus si diffonda nella comunità. Se all'inizio delle infezioni le famiglie vengono messe in quarantena, è probabile che il virus venga contenuto.
Tuttavia, se il numero di casi raggiunge i dieci, le simulazioni mostrano che alcuni membri delle famiglie infette si sono già recati sul posto di lavoro e a scuola, trasmettendo il virus ad altri.
A questo punto, il virus è entrato nella popolazione e ha creato nuove catene di trasmissione indipendenti che la quarantena delle famiglie originarie non può più fermare completamente.
Dal punto di vista matematico, quando la quarantena viene ritardata fino a dieci casi, il rapporto di riproduzione stimato e le curve epidemiche sono molto simili allo scenario "senza intervento precoce", perché gran parte della diffusione è già avvenuta.
Con questi risultati, i ricercatori sottolineano la necessità di agire prima che si verifichi la trasmissione comunitaria: dopo di che, solo strumenti di ampia portata come le chiusure e la vaccinazione di massa rimangono efficaci.
La simulazione presenta alcune limitazioni, in particolare il fatto che non include siti di focolaio multipli e simultanei, cambiamenti comportamentali come l'uso di dispositivi di protezione individuale dopo che sono stati notati focolai di uccelli, o ospiti intermedi di mammiferi.