Aifa ha registrato carenze di antibiotici, antitumorali e analgesici. Una delle cause principali è la concentrazione degli stabilimenti in Asia. Nel frattempo il governo propone un piano per incentivare la produzione in Italia
In Italia mancano più di quattromila farmaci, tra cui antibiotici, antitumorali, anticoagulanti e analgesici, secondo i dati dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) pubblicati il 31 ottobre.
L’emergenza ha colpito in modo capillare farmacie e ospedali, che hanno segnalato difficoltà a reperire farmaci come i broncodilatatori, essenziali per chi soffre di asma o broncospasmo, o molecole come lenalidomide e capecitabina, fondamentali per i trattamenti antitumorali.
La mancanza di farmaci ha un impatto significativo sulle terapie
L'incapacità di offrire farmaci ai cittadini è diffusa su tutto il territorio italiano. Più del 97 per cento dei sanitari ha riferito che nel 2024 ha dovuto gestire pazienti in attesa di farmaci mancanti, secondo un’indagine di Aifa e Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (Sifo) pubblicata ad aprile 2025.
In alcuni casi, la carenza di farmaci ha reso impossibile offrire terapie alternative ai pazienti, “con impatti significativi sul trattamento”, ha evidenziato lo studio.
"Le indisponibilità di farmaci hanno un impatto importante nell'assicurare la continuità terapeutica ai pazienti", ha affermato Filippo Urso, componente del Consiglio Direttivo Sifo.
"Le vere emergenze però si contano sulle dita di una mano in un anno. Nel 55 per cento dei casi, a causa della carenza del medicinale prescritto, i pazienti hanno seguito un percorso terapeutico differente, che quindi esiste, e nella maggior parte dei casi viene applicato", ha puntualizzato Urso.
L'Italia ha un alto livello di dipendenza critica dalle importazioni di farmaci
L'Italia ha un livello di dipendenza critica dalle importazioni di prodotti farmaceutici dall'estero superiore alla media europea.
Nel 2023 il Paese ha registrato una dipendenza elevata per 24 prodotti sui 155 importati dall'estero. Di questi, 22 erano principi attivi e due semi-lavorati, come evidenziato dal rapporto dell'Osservatorio In-salute 2023 dell'Istituto per la competitività. Nello stesso anno l'Unione Europea era invece dipendente in modo critico da 14 prodotti importati su 155.
I Paesi protagonisti della produzione di farmaci sono India e Cina. Mentre la maggior parte dei medicinali è prodotta in India, il 70 per cento dei principi attivi è di manifattura cinese. Nel caso degli antibiotici, Pechino copre più dell'80 per cento della produzione globale.
Quasi l'intera fornitura mondiale di principi attivi dell'ibuprofene o di antibiotici come la ciprofloxacina proviene da stabilimenti asiatici.
Delocalizzazione e costi di produzione troppo alti
La crisi della produzione di farmaci a livello europeo è dovuta alla delocalizzazione delle fabbriche in Asia. La manodopera a basso costo e normative ambientali più permissive hanno permesso ai produttori di mantenere alti i profitti dalle produzioni di farmaci meno redditizi, come quelli generici.
Se i prezzi restano fermi mentre i costi aumentano, molte aziende abbandonano il mercato dei farmaci generici, ha sottolineato Stefano Collatina, presidente di Egualia.
I farmaci generici garantiscono l'accesso a cure di base con costi sostenibili per la sanità pubblica. La scarsità di questi prodotti rappresenta una minaccia per le casse dello Stato e per la sicurezza nazionale.
La concentrazione della produzione in Asia ha però reso le forniture suscettibili di interruzioni a causa di problemi logistici, che possono derivare da conflitti o blocchi delle rotte marittime.
Un incidente in uno stabilimento in Cina o in India può interrompere l'approvvigionamento di un medicinale in Italia così come in tutta l'Unione Europea.
L'Italia intende riformare l'intera filiera delle forniture di farmaci
Il governo di Giorgia Meloni ha annunciato un piano per la sicurezza delle forniture, che prevede procedure di importazione accelerate e incentivi per la produzione su territorio nazionale.
Il Testo Unico della legislazione farmaceuticaha l'obiettivo di riformare l'intera filiera delle forniture di medicinali ed è stato approvato a settembre dal Consiglio dei ministri. Tuttavia ci vorranno dei mesi prima che passi anche in Parlamento.
La crisi è diffusa a livello europeo
La crisi delle forniture di medicinali è diffusa in diversi Paesi europei, come Germania e Spagna, ed è in larga parte attribuita alla dipendenza dell'Unione Europea dai prodotti farmaceutici provenienti da Cina e India.
La Spagna ha annunciato a giugno un piano simile a quello italiano per far fronte alle carenze di farmaci. Il Paese punta a individuare vulnerabilità negli approvvigionamenti e promuovere la produzione di medicinali sul proprio territorio entro il 2030.
Madrid ha registrato una forte carenza di antidepressivi, con segnalazioni di indisponibilità quadruplicate dall'inizio del 2025.
In Germania tre quarti dei principi attivi per antibiotici importati provengono dalla Cina, mentre ci sono carenze nelle scorte di almeno 500 farmaci. Anche a Berlino la dipendenza dall'Asia ha sollevato le preoccupazioni degli esperti.
La Corte dei conti europea ha avvertito a settembre che le carenze di farmaci hanno raggiunto livelli record nel 2023 e 2024, e che "è necessaria un'azione coordinata dell'Unione Europea".
Un primo passo per affrontare queste carenze può arrivare dal primo livello di contatto tra la sanità e i cittadini, le farmacie.
"Il farmacista può dare un contributo importante alla lotta alle carenze", ha detto in un comunicato stampa il presidente di Federfarma, Marco Cossolo.
"Oltre a proporre medicinali equivalenti, spiegando al cittadino che si tratta di farmaci sicuri ed efficaci, il farmacista si attiva direttamente per contattare le aziende farmaceutiche e può dare al cittadino le informazioni corrette su come gestire la situazione", ha concluso Cossolo.