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Nuovo studio: il ceppo dell'influenza suina è passato dagli esseri umani ai maiali quasi 400 volte dal 2009

Una farmacia pubblicizza il vaccino H1N1 a Budapest, in Ungheria
Una farmacia pubblicizza il vaccino H1N1 a Budapest, in Ungheria Diritti d'autore Bela Szandelszky/AP Photo, File
Diritti d'autore Bela Szandelszky/AP Photo, File
Di Oceane Duboust
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La trasmissione di un ceppo di H1N1 dall'uomo ai suini si è verificata frequentemente, a detta dei ricercatori

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Secondo un nuovo studio, il ceppo di virus responsabile della pandemia H1N1 (risalente al 2009) è passato dagli esseri umani ai suini quasi 400 volte.

Un'equipe statunitense ha seguito il ceppo dell'influenza suina pdm09 tra il 2009 e il 2021, per offrire una panoramica sulla sua trasmissività.

Lo studio ha dimostrato che, dopo essere passato dall'uomo ai maiali, la circolazione del pdm09 tra i suini ha dato origine ad alcune varianti che sono poi passate all'uomo.

Cos'è l'influenza suina?

L'influenza suina o H1N1 è un sottotipo del virus dell'influenza A: quest'ultima può causare l'influenza nell'uomo, negli uccelli, nei suini e in alcuni altri mammiferi.

Il virus può causare sintomi come tosse, temperatura elevata, mal di testa, naso che cola, dolori articolari e muscolari.

L'influenza suina è stata dichiarata pandemia dall'Organizzazione mondiale della Sanità nel giugno 2009: il virus era passato dai suini all'uomo, diffondendosi rapidamente.

Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), si stima che tra le 151.700 e le 575.400 persone in tutto il mondo siano morte a causa del virus, nel corso del primo anno della pandemia.

Cosa dice il nuovo studio?

La nuova analisi della trasmissione dell'influenza suina, pubblicata sulla rivista PLOS Pathogens, ha rivelato che il ceppo pdm09 è passato dagli esseri umani ai suini circa 370 volte.

I ricercatori, guidati da Alexey Markin del Department of Agriculture-Agricultural Research Service (Stati Uniti), hanno osservato anche 17 casi di trasmissione da suino a uomo, affermando che le varianti erano "geneticamente e antigeneticamente diverse dai ceppi vaccinali stagionali umani" e suggerendo che i vaccini avrebbero offerto una scarsa protezione.

I focolai di zoonosi potrebbero aumentare

Gli scienziati e i responsabili politici riconoscono sempre più l'interconnessione tra i cambiamenti ambientali, le attività umane e la diffusione di malattie infettive dagli animali all'uomo.

Con i cambiamenti climatici che alterano gli ecosistemi e influenzano la distribuzione delle specie animali, la probabilità di epidemie di malattie zoonotiche potrebbe aumentare nei prossimi anni.

L'Organizzazione mondiale della Sanità stima che esistano oltre 200 tipi di zoonosi conosciute.

È inoltre sempre più riconosciuta la necessità di affrontare le complesse sfide poste dalle zoonosi, soprattutto dopo la pandemia. 

Le autorità si stanno concentrando sempre più sull'adozione di un approccio One Health che integri le considerazioni sulla salute umana, animale e ambientale.

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